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Le famiglie tornano a progettare e cresce il credito al consumo

Redazione Business24tv
9 Novembre 2024
Le famiglie tornano a progettare e cresce il credito al consumo
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Trainano diversi fattori, vediamo quali

Negli ultimi mesi sono cresciute sia le erogazioni che le operazioni di credito al consumo stimolate da un clima più tranquillo, dal ribasso dei tassi di interesse e da una ripresa della progettualità nelle famiglie.

L’accelerazione della crescita del credito al consumo è trainata dai prestiti legati all’acquisto di auto (20% delle richieste di finanziamento) e moto così come dal recupero dei prestiti personali. Un altro fattore che ha contribuito a questo risultato sono la crescita di prestiti di importo contenuto: si stima infatti che oltre il 25% dei richiedenti è titolare di più linee di credito Buy Now pay later (compra adesso paga dopo) che stanno influenzando la modalità di acquisto di finanziamento da parte degli utenti, pochè consente di procastinare il pagamento in piccoli importi. Tra le finalità vince comunque il prestito liquidità (30% circa del totale richieste) , un pò più caro ma che comunque lascia ampia discrezione al richiedente sulle modalità di utilizzo.

Crescono anche i prestiti di consolidamento debiti che consentono di estinguere i diversi finanziamenti erogati da altri Istituti di Credito per concentrare tutto in un’unica rata mensile da pagare col vantaggio della dilazione nel tempo dei pagamenti con l’alleggerimento dell’importo delle singole rate. Parallelamente crescono anche le richieste di prestito per consolidamento debiti più liquidità: infatti quando si acquista un bene con finanziamento è possibile che si aggiungano altre spese impreviste come nel caso di un immobile che necessita l’acquisto di arredi. In questo caso è possibile richiedere nuova disponibilità per esigenze personali con la formula del prestito consolidamento debiti più liquidità. Si potrà così utilizzare liquidità aggiuntiva per far fronte ad altri pagamenti oltre ai debiti. Il tasso di default è rimasto sostanzialmente invariato rispetto a due anni fa.

Un buon segnale che fa ben sperare in una ripresa: la maggior parte del debito è a tasso fisso e la liquidità accantonata dalla maggior parte dei richiedenti garantisce un ‘cuscinetto’ di sicurezza in caso di criticità. Chi chiede un prestito in banca, nel 30% dei casi ha già in essere uno o più finanziamenti rateali presso una finanziaria, solitamente per l’acquisto di un automezzo ma anche per pagare a rate lo smartphone, oppure il computer. Nell’60% dei casi è un dipendente con contratto a tempo indeterminato e un’anzianità lavorativa che supera i cinque anni. E’ quasi sempre cliente della banca alla quale si rivolge (90%) anche se spesso contatta altri Istituti per mettere così a confronto i preventivi. Spesso è un cliente già correttamente sperimentato, regolare e corretto e quindi con un rating discreto ed una giacenza media in conto corrente almeno pari all’importo della rata da pagare. Capita poi sempre più spesso che il richiedente decida di non intaccare i propri risparmi preferendo il finanziamento rateale proprio perchè ‘ricostruire’ la liquidità accantonata nel passato è sempre più difficile. Nel 50% dei casi trattasi di clientela ‘personal’ con depositi oltre i 100.000 euro e casa di proprietà. Negli ultimi cinque anni sono invece aumentati i richiedenti con contratti a tempo determinato (+20%), durata massima 12 mesi estendibili a 24 mesi complessivi, comprensivi di proroghe e rinnovi, in presenza di particolari condizioni. E’ il caso per esempio dell’insegnante con contratto in scadenza a giugno e ‘rinnovato’ a Settembre. Nei due mesi scoperti il dipendente fa richiesta di NASPI, misura, prevista dall’ordinamento giuridico italiano, atta a garantire una continuità di reddito per coloro che incorrono in un periodo di disoccupazione involontaria.

Francesco Megna-autore del pezzo

Le richieste di finanziamento sottoscritte da questi soggetti vengono spesso garantite con fidejussione da un componente del nucleo familiare con contratto di lavoro a tempo indeterminato. Il rapporto rata/reddito che esprime l’incidenza della rata del prestito sul reddito netto mensile del richiedente (cioè il reddito al netto di altri eventuali impegni finanziari in corso) non deve normalmente superare il 40%. Capita che questa barriera alle volte viene superata ed allora la Banca nella sua discrezionalità può richiedere la firma di un garante con lavoro a tempo indeterminato. In sede di istruttoria viene interrogata anche la CRIF ( Centrale Rischi di Intermediazione Finanziaria) del richiedente in grado di offrire informazioni di vario genere: eventuali ritardi o puntualità nei pagamenti dei finanziamenti sinora richiesti, eventuali precedenti finanziamenti accesi o respinti; i rischi nel concedere un prestito ad un determinato soggetto. Nella Centrale Rischi si rimane segnalati sino a 60 mesi per i finanziamenti rimborsati regolarmente e da un minimo di 36 masi ad un massimo di 60 mesi per i finanziamenti non rimborsati. Crescono anche le richieste di titolari di partita Iva, solitamente per il pagamento delle tasse o per acquisto automezzi. Quasi tutti i finanziamenti richiesti da questa categoria di richiedenti sono coperti da una polizza collettiva facoltativa accessoria al finanziamento che indennizza il debito residuo in caso diInvalidità Totale Permanente e le rate mensili in caso di Inabilità Temporanea Totale. C’è poi chi decide di acquistare una casa ma non ha tutta la liquidità necessaria e se l’importo non supera i 50.000 euro ricorre spesso al finanziamento per evitare l’onere delle spese notarili, di perizia etc. Il 10% circa delle richieste invece ha come scopo la ristrutturazione della casa di proprietà, spesso associata ad opere di efficientamento energetico. Il 40% circa dei richiedenti è titolare anche di un mutuo casa. Capita talvolta che per un disguido non vi siano le disponibilità in conto corrente per pagare la rata del finanziamento. Il consiglio è di contattare subito il proprio gestore e spiegare l’accaduto affinchè possa annotare l’inconveniente ed evitare che possa creare disagi al proprio cliente in caso di eventuali future richieste di prestito. Per inoltrare la richiesta la banca normalmente chiede le ultime tre buste paghe e la dichiarazione dei redditi per i lavoratori dipendenti, il Modello Unico per gli autonomi, il cedolino pensione per i pensionati oltre al preventivo di spesa ed allo stato di famiglia (anche per verificare gli eventuali soggetti a carico del richiedente).

Il 90% circa delle richieste vengono evase in filiale, con il supporto di un operatore, mentre il restante 10% si svolge ‘a distanza’ (online). Non sono pochi i clienti che recentemente chiedono al proprio Istituto un prestito flessibile che, in base alle proprie esigenze, consente di saltare una rata o modificare l’importo del rimborso mensile e cambiare la durata del finanziamento. Infine, se si guarda agli importi medi richiesti, al primo posto tra le finalità c’è il consolidamento (30.000 euro circa) davanti all’auto nuova (25.000 euro) e alla ristrutturazione (18.000 euro). La segmentazione per classi di reddito, invece, vede il 55% dei richiedenti compresi nella fascia tra 25 mila e 35 mila euro annui e solo il 15% del totale sopra i 60 mila euro. Infine, l’età minima per richiedere un prestito è di 18 anni mentre l’età massima, alla scadenza del prestito, solitamente non deve superare i 75 anni.

DI FRANCESCO MEGNA

Esperto di Finanza ed Economia

  • consumi
  • pagamenti
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  • buy now pay later
  • megna
  • erogazioni

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