«Coloro che cercano disperatamente di ritardare e negare l’inevitabile fine dell’era dei combustibili fossili cercano di trasformare l’energia pulita in una parolaccia. Perderanno. L’economia è contro di loro. Le soluzioni non sono mai state più economiche e accessibili». Queste le parole del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, in occasione dell’apertura della Cop29 a Baku, la conferenza sul clima delle Nazioni Unite che riunisce 197 Paesi e l’Unione europea, in scena da oggi fino al 22 novembre.
I delegati di tutto il mondo si riuniscono per mettere in campo misure contro l’aumento delle temperature globali, nel solco degli impegni presi nell’ambito dell’Accordo di Parigi. Il vertice è stato definito la “Cop finanziaria” perché i Paesi, per la prima volta in 15 anni, rivedranno la portata e la struttura dei finanziamenti per i Paesi in via di sviluppo, con la finalità di sostenere l’azione per il clima. L’Ue chiede più fondi per il clima, ma si teme per una potenziale uscita degli Stati Uniti dall’Accordi di Parigi con la presidenza di Donald Trump.
A Baku i negoziatori dovranno fra l’altro fissare un nuovo obiettivo finanziario per sostituire l’impegno di 100 miliardi di dollari in scadenza il prossimo anno, stabilendo quali paesi contribuiranno a fornire il denaro necessario per decarbonizzare l’economia mondiale. Le pressioni saranno soprattutto sui ricchissimi Emirati Arabi Uniti ed Arabia Saudita, le cui economie sono però basate proprio sullo sfruttamento dei combustibili fossili.