Via libera del governo al concordato bis. L’Esecutivo ha infatti approvato il decreto legge per la “riapertura dei termini per l’adesione al concordato preventivo biennale“.
Le partite Iva avranno tempo fino al 12 dicembre per aderire al patto biennale con il fisco.
«Come richiesto da Forza Italia il governo ha deciso di riaprire i termini per il concordato preventivo. Utilizzeremo le ulteriori risorse che entreranno per sostenere il ceto medio, abbassare l’Irpef e far pagare meno tasse alle famiglie italiane», ha scritto su X il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
Il concordato preventivo è una procedura concorsuale del diritto fallimentare italiano cui può ricorrere un debitore (sia esso un imprenditore individuale, una società o un diverso ente) avente i requisiti che si trovi in uno stato di crisi o di insolvenza, per tentare il risanamento anche attraverso la continuazione dell’attività ed eventualmente la cessione dell’attività a un soggetto terzo oppure per liquidare il proprio patrimonio e mettere il ricavato al servizio della soddisfazione dei crediti, evitando così il fallimento.
Il Concordato Preventivo Biennale (di seguito, per brevità CPB), introdotto dal D.Lgs. 13/2024, è un istituto facoltativo che consente di concordare preventivamente i redditi e il valore della produzione netto da assoggettare a imposizione nel biennio successivo (periodi d’imposta 2024-2025)
Il processo è semplice: il Fisco propone una cifra forfettaria, basata sui dati disponibili e sulle previsioni di reddito. Accettare questa proposta significa impegnarsi a pagare l’importo concordato, indipendentemente dal reddito effettivamente generato nel biennio.