Al terzo collocamento di azioni Mps da parte del Mef (88,2 milioni di azioni pari al 7% del capitale) partecipano anche Banco Bpm (primo azionista con il 22% del capitale) e Anima (già presente conl’1%) con una quota aggregata pari al 9% del capitale. Da contare anche il 3,5% del gruppo Caltagirone. Da qui le speculazioni che parlano di prove per la creazione di un terzo polo bancario. Banco Bpm fa sapere l’operazione “si inserisce nel contesto più ampio dell’offerta pubblica di acquisto” sull’asset manager “ed è coerente con la strategia del gruppo di rafforzamento delle proprie fabbriche prodotto”. “MPS è infatti il primo distributore di prodotti del gruppo Anima, dopo Banco BPM, e rappresenta un partner strategico per la crescita futura di Anima e delle sue controllate”, ricorda ancora Banca BPM, esprimendo anche “apprezzamento” per “i risultati e i progressi realizzati negli ultimi anni dall’attuale management e dal Consiglio di Amministrazione di MPS”. Banco, però, “non intende” chiedere l’autorizzazione a “poter eventualmente superare la soglia del 10%” poiché “rimane focalizzato sugli obiettivi del piano 2023/26, confermando la propria strategia stand-alone”.
Anima, invece, già con un 1% in tasca, si è fatta avanti per un ulteriore quota del 3% arrivando, quindi, ad un totale del 4% del capitale. Attraverso Alessandro Melzi d’Eril, spiega che “ha come priorità il rafforzamento delle relazioni strategiche” con i suoi partner e quella con Mps “è fonte di grande soddisfazione per i traguardi raggiunti” negli ultimi 15 anni e di entusiasmo per le prospettive di crescita futura”.
La chiusura è arrivata alla vendita de 15% del capitale per effetto, di una domanda “pari a oltre il doppio dell’ammontare iniziale” come confermano fonti Mef. Saldo del collocamento: 1,1 miliardi mentre il saldo di quelli precedenti arriva a 2,7 miliardi. Il tutto mentre in portafoglio resta una quota dell’11,7% che potrebbe valere circa 800 milioni.