L’economia della Malesia si è espansa del 5,3% nel terzo trimestre, in modo più lento rispetto alla crescita del 5,9% del trimestre precedente, secondo i dati rilasciati oggi dal Dipartimento di Statistica. A livello congiunturale il dato ha visto una crescita dell’1,8% durante i tre mesi.
La performance sul lato dell’offerta è stata guidata principalmente dai settori dei servizi, della produzione e dell’edilizia. Dal lato della domanda la spesa per i consumi finali privati è rimasta il motore principale, seguita dalla spesa per gli investimenti fissi lordi.
Da gennaio a settembre l’economia della Malesia è aumentata del 5,2% rispetto alla crescita del 3,8% registrata nello stesso periodo dell’anno scorso, secondo i dati.
Ricordiamo che la Malesia si può considerare una delle economie più aperte ed in espansione del sud-est asiatico, come dimostra il crescente flusso di investimenti provenienti in primis dai Paesi dell’Asia orientale (in particolare Cina, Indonesia, Giappone, Singapore e Corea) ma in misura crescente anche da Stati Uniti e Paesi UE. L’economia vanta due primati mondiali assoluti e ben consolidati: quello della produzione di caucciù, il cui volume annuo si avvicina alla metà del volume complessivo mondiale, e quello della produzione di stagno, anch’esso quasi la metà del totale mondiale. Lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi del Sarawak e del Sabah ha consentito l’autosufficienza energetica del paese (logicamente in rapporto al suo limitato sviluppo industriale). Tra le attività più produttive ricordiamo la coltura, soprattutto quella del riso, seguono poi la manioca, il mais, le patate e le patate dolci, i frutti tropicali, soprattutto l’ananas, caffè, cacao, arachidi, palme da cocco, palme da olio, pepe e altre spezie. I principali giacimenti di stagno si trovano nel Perak, nel Johor, nel Pahangh e presso Kuala Lumpur. Altre risorse minerarie sono i minerali di ferro, oro, bauxite, manganese e tungsteno.