logo_business24it
  • ECONOMIA
    • IMPRESA
    • FISCO
  • FINANZA
    • BANCHE
    • CRIPTOVALUTE
  • SPORT
  • LAVORO
  • ATTUALITA’
    • TUTTO E’ BUSINESS
    • Esteri
    • GREEN
  • POLITICA
Link utili >
Programmi TV
Radio
logo_/wp-content/uploads/2024/09/Logo-png-orizzontale.png logo_/wp-content/uploads/2024/01/Business-24-loghi-menu-imprese-possibili.png logo_/wp-content/uploads/2024/01/Business-24-loghi-menu-business-life.png logo_/wp-content/uploads/2024/01/Business-24-loghi-menu-esperto-risponde.png
  • ECONOMIA
  • IMPRESA
  • ATTUALITA’
  • LAVORO
  • BORSA
  • FINANZA
  • Canale 824 di Sky
  • CAST
  • INFORMAZIONI
  • CONTATTI
Cerca nel sito
Report & analisi

Anfia, Vavassori: “per uscire dalla crisi dobbiamo realizzare più auto e su piattaforme moderne”

Maria Lucia Panucci
16 Novembre 2024
Anfia, Vavassori: “per uscire dalla crisi dobbiamo realizzare più auto e su piattaforme moderne”
  • copiato!

“Per il passaggio all’elettrico il vero obiettivo è quello di eliminare entro il 2035 i combustibili fossili rappresentati da benzina e gasolio. Alla guida autonoma totale ci arriveremo presto per mancanza di autisti”

Le criticità del settore automotive, che ormai in Italia è in difficoltà da troppo tempo, il passaggio all’elettrico con la data in rosso del 2035 imposta dall’Ue e la guida autonoma: questi i temi affrontati dal nostro direttore editoriale Matteo Vallero con Roberto Vavassori, presidente di Anfia-Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, intervistato negli studi romani di Business24.

Il settore automotive italiano è in evidente difficoltà, stando a guardare i numeri. Mi spiega un po’ l’andamento di mercato e la situazione a livello industriale?

«L’andamento di mercato riflette quello dello scorso anno, siamo quindi ancora circa un 20% di livello di vendite di immatricolazioni in meno rispetto al periodo pre covid. Il 2019 non era un anno felix ed oggi siamo a cinque anni da quel terribile periodo covid ancora a -20% che non abbiamo recuperato. Siamo più o meno stabili rispetto al 2023. Questo è il dato di mercato. Molto diverso e peggiore è il discorso sulla produzione di veicoli. L’Italia sconta alcune specificità rispetto agli altri Paesi europei. Il primo è di avere un solo costruzione di volume di veicoli a livello nazionale che è Stellantis, che l’anno scorso ha realizzato circa 750 mila veicoli nel nostro Paese con una buona quota di veicoli commerciali leggeri, mentre quest’anno raggiungerà a fatica i 500 mila veicoli, quindi si sono persi oltre 250 mila automobili. Questo ci dice che gli obiettivi si allontanano pericolosamente, ovvero il milione di vetture prodotte in Italia».

Come invertire la rotta? Quali le politiche da mettere in atto?

«Quello di cui abbiamo bisogno è maggiore volume, facile dirlo e molto difficile da realizzare proprio perché abbiamo un unico intelocutore con cui rapportarci. A questo si aggiunge la difficoltà data dalla tipologia di prodotti, parliamo di tipologie non nuove, come la Fiat 500, l’intramontabile Panda, Stelvio, Alfa Romeo, tutte non realizzate su piattaforme moderne, che devono avere come prerequisito i componenti di origine italiana. Più del 75% del valore di un veicolo è costituito dai suoi componenti, anche a livello di occupazione i costruttori cubano un terzo dell’occupazione totale perché i due terzi sono appannaggio dei costruttori componenti».

Come ci collochiamo nel confronto con l’Europa?

«Dal punto di vista dei costruttori siamo scivolati al decimo posto, eravamo terzi 20 anni fa. L’Italia non è mai stata un grande produttore di veicoli dal punto di vista dei volumi. Nel momento apicale abbiamo realizzato 2 milioni di veicoli, molti anni fa. Oggi 500 milione di veicoli, il minimo assoluto, e mostriamo una marcata differenza tra veicoli prodotti e quelli che immatricoliamo ogni anno. Oltre un milione di veicoli che importiamo per colmare il gap con quello che non produciamo in Italia, è un unicum in Europa, davvero poco invidiabile».

Un problema che ci portiamo avanti da tempo è la difficoltà di reperire materie prime, cosa che sta costringendo molte aziende a fermare o sospendere la produzione. Perché non riusciamo ad uscire da questa impasse?

«Due o tre anni fa abbiamo avuto le sette piaghe di Egitto tutte insieme, dall’aumento dei noli alle materie prime mancanti e che rincaravano ai microchip che erano diventati merce rara. Poi le difficoltà progressivamente sono state superate, le case costruttrici hanno utilizzato queste criticità per azzerare gli sconti. Normalmente quando si entrava in un concessionario ci si aspettava subito un -20% offerto dalla casa, che oggi non c’è più e questo vuol dire 15/17 miliardi di euro non più in circolazione che sono andati nei bilanci delle case. Oggi la reperibilità delle materie prime non è tanto la causa della difficioltà che riscontriamo in Europa. Il fattore energetico invece, quindi la disponibilità di energia a prezzi più elevati, è un tema rilevante per la nostra filiale ma non solo».

L’intervista completa a Roberto Vavassori (Presidente Anfia) è andata in onda sul canale 410 del digitale terrestre

A che punto siamo con il passaggio all’elettrico? Il 2035 imposto dall’Ue è una data fattibile?

«E’ un tema molto dibattuto e si leggono tesi molto radicali. Per una volta l’Ue ha indicato con molto anticipo un obiettivo, molto sfidante in sé, ma dato per tempo. Le case ci hanno creduto e i componentisti pure, sono stati investiti più di 250 miliardi di euro solo a livello europeo per questa riconversione. Ma si è dimenticato un aspetto, quello fondamentale di favorire i consumatori, si è dimenticato il mercato. Chi ha potuto adottare un veicolo elettrico lo ha fatto, mediamente sono soddisfatti, ma sono solo il 15% con elettrico puro, con le plug in ibrid arriviamo al 25%. Il totale è di circa il 25% in Ue. L’Italia è all’ultimo banco della classe con il 4% scarso di vetture elettriche e circa il 3,5% di plug in. Ce la faremo per il 2035? Io credo che se riusciremo a convincere la nuova Commissione Europea a riformare no l’obiettivo ma il bando totale al motore endotermico, la strada diventa più facile. Il vero obiettivo è quello di eliminare entro il 2035 i combustibili fossili rappresentati da benzina e gasolio, cosa che possiamo fare e l’Italia potrebbe diventare virtuosa nel senso di economia circolare con lo sviluppo di carburanti a base sintetica o biocarburanti. Abbiamo per esempio una importante società nazionale che sta già testando come produrre combustibile dai rifiuti solidi urbani senza cambiare la mappatura del motore. Oppure la stessa società ha aperto 1200 impianti in Italia che commercializzano Hvo, carburante a base vegetale sintetico con l’aggiunta di un po’ di idrogeno che viene utilizzato in purezza senza cambiare alcunché dei nostri motori e garantisce da solo il risparmio di 70% di Co2».

Guerra Ue con la Cina: cosa ne pensa?

«I problemi che riguardano l’Italia hanno poco a che fare con l’elettrico. In primis c’è la crisi di mercato congiunturale, quindi vendiamo meno macchine, secondo ne produciamo molto di meno, terzo c’è la regolamentazione e poi l’elefante nella stanza che è il più grande competitor cinese che è anche il più importante mercato al mondo. Noi componentisti viviamo questa dualità: da una parte fabbrichiamo per i cinesi e i clienti cinesi con le migliori tecnologie e dall’altra vediamo alla Cina come il più importante concorrente che rischia di azzerare l’industria europea. Gli Stati Uniti l’hanno risolto in maniera abbastanza semplicistica mettendo barriere talmente alte all’entrata e non contenti ora mettono barriere no tariff ma dicendo che se c’è del software che non posso controllare non entrano in Usa. Noi in Europa abbiamo cercato di avere un approccio più razionale ricreando condizioni competitive a livello solo di sussidi che un governo ha erogato in maniera sbilanciata rispetto a quanto fatto dai governi occidentali, da qui nascono i dazi recentemente confermati. Nonostante questo i cinesi produrranno quest’anno circa 28 milioni di veicoli, noi mezzo milione. E’ una lotta impari. Si capisce che si deve trovare una via europea, cercando una negoziazione, non si può chiudere la porta a un gigante come questo ma non gli si può neanche lasciare pieno accesso».

Per chiudere, diamo uno sguardo al futuro: si parla tanto di opportunità e rischi della guida autonoma. Entro quanto ci arriveremo secondo lei e cosa ne pensa al riguardo?

«Già oggi abbiamo su molti veicoli in circolazione livelli di 2/2,5 di assistenza alla guida che sono abbastanza efficaci. Ci arriveremo totalmente per necessità anche in tempi rapidi, perché in Italia mancano autisti, tassisti, stessa cosa è per gli Stati Uniti o il Giappone anche a causa della demografia. La stessa Germania lamenta la mancanza di 80 mila track driver. Stiamo già facendo degli esperimenti interessanti anche a livello europeo con gli autoarticolati, con un concetto che si chiamiamo plat tuning in autostrada, dove solo il primo guida e gli altri seguono le istruzioni del primo che guida».

Insomma da fare c’è tanto a livello di sistema Italia che al momento non gode di ottima salute sul fronte automotive. Servono maggiori volumi e serve eliminare entro il 2035 i combustibili fossili rappresentati da benzina e gasolio per affrontare al meglio la sfida dell’elettrico. La tecnologia sta prendendo il sopravvento in ogni ambito della nostra vita e per sopravvivere le aziende, anche di questo comparto, devono adeguarsi ai tempi che cambiano, investendo in innovazione e formazione.

  • auto
  • settore automotive
  • anfia
  • vavassori

Ti potrebbero interessare

Dai dazi alla Bce: la lunga settimana dell’economia internazionale
Economia
21 Aprile 2025
Dai dazi alla Bce: la lunga settimana dell’economia internazionale
Il 2 aprile è entrata in vigore la legge che istituisce tariffe commerciali su vari beni commerciali ma è l'inizio…
Guarda ora
Roma, boom di “cannibali d’auto”
Economia
18 Aprile 2025
Roma, boom di “cannibali d’auto”
Rubano batterie, marmitte e fari. Il primo bimestre 2025 ha segnato un 10% in più di furti in tutta Roma,…
Guarda ora
Auto, ci sono più donne al volante: la presenza nel 2024 è al 41,7%
Economia
27 Marzo 2025
Auto, ci sono più donne al volante: la presenza nel 2024 è al 41,7%
Sul fronte degli operatori nel settore automotive le donne rappresentano il 19% della forza lavoro
Guarda ora
Auto, -3,1% le immatricolazioni a febbraio, -2,6% da inizio anno
Economia
25 Marzo 2025
Auto, -3,1% le immatricolazioni a febbraio, -2,6% da inizio anno
A febbraio -16,2% le immatricolazioni Stellantis in Europa
Guarda ora
Auto usate, il mercato cresce: +2,2% a gennaio su anno (ma -5,5% sul 2019)
Economia
24 Marzo 2025
Auto usate, il mercato cresce: +2,2% a gennaio su anno (ma -5,5% sul 2019)
Il diesel mantiene la leadership tra le motorizzazioni ma è in calo
Guarda ora

Business24™ - testata giornalistica del Gruppo Editoriale World Vision s.r.l.
Dir. resp.le: Maria Lucia Panucci

  • ECONOMIA
  • IMPRESA
  • ATTUALITA’
  • LAVORO
  • BORSA
  • FINANZA
  • POLITICA
  • CAST
  • CONTATTI
  • INFORMAZIONI
  • RADIO
TORNA ALL'INIZIO

Business24™ - testata giornalistica del Gruppo Editoriale World Vision s.r.l.
Dir. resp.le: Maria Lucia Panucci

Attenzione: errori di compilazione
Indirizzo email non valido
Indirizzo email già iscritto
Occorre accettare il consenso
Errore durante l'iscrizione
Iscrizione effettuata
logo_mm
Privacy Policy Cookie Policy Cmp Copyright © 2024. All Rights Reserved. Business24™
registrata presso il Tribunale di Genova
iscr. n° 10/2020 del 23/06/2020
World Vision s.r.l. P.I. 02848430993