I rating, dati dalle agenzie specializzate nella valutazione dei debiti pubblici dei Paesi, vedono tra i migliori l’Australia, il Canada, Singapore, la Svizzera e i Paesi dell’Europa del Nord (Olanda, Svezia, Norvegia). Questi Paesi hanno la ‘tripla A’ perché, secondo la valutazione delle agenzie, sono in grado di tenere sotto controllo i conti pubblici.
L’Italia è valutata BBB, una valutazione secondo cui l’emittente in questione ha un rischio moderato di default o di mancato pagamento dei suoi debiti. Catalogati come Paesi a rischio sostanziale, secondo Fitch, Tunisia, Laos, Etiopia, Pakistan, Congo, Mozambico, El Salvador.
Fitch, S&P Global e Moody’s e DBRS stilano periodicamente la sostenibilità o meno dei debiti sovrani in tutto il mondo e la conseguente affidabilità delle operazioni finanziarie in un determinato Paese.
Per gli investitori significa avere o meno la possibilità di essere rimborsati dopo aver acquistato un bond. I primi ad esprimersi in chiusura della scorsa settimana sono stati S&P Global Ratings e Fitch, mentre gli appuntamenti successivi sono fissati per il 25 ottobre con Dbrs e per il 22 novembre con Moody’s.
L’Italia, al momento il giudizio sul debito italiano espresso da parte di S&P e di Fitch è alivello BBB con outlook stabile, ovvero una valutazione secondo cui l’emittente in questione ha un rischio moderato di default o di mancato pagamento dei suoi debiti.
Le previsioni di esperti e trader parlano di una conferma del giudizio già espresso nella primavera scorsa. Ma non è escluso un innalzamento dell’outlook da stabile a positivo.
Tornando alle valutazioni generali, come riportato da Money, va detto che ci sono diversi gradi di affidabilità. Agli estremi ci sono gli investment grade – sono obbligazioni emesse da Stati catalogati con un grado sufficiente di solvibilità – e i titoli spazzatura (junk), considerati molto rischiosi.
I cosiddetti rating sono i giudizi, espressi con alcune sigle. In genere i rating più alti sono considerati quelli a tripla A, quindi AAA o Aaa, mentre i peggiori sono indicati con la sigla CCC o CC o C. Infine, ci sono i bond indicati con le sigle D/SD (andati in defaulf o in bancarotta).
Per fare una valutazione in genere le agenzie di rating tengono in considerazione anche il rapporto debito-PIL, così come anche il rapporto deficit-PIL.
Il primo mette in relazione il debito pubblico del Paese con il suo prodotto interno lordo (il Pil, appunto), che riunisce il valore di tutti i beni e i servizi prodotti dal Paese stesso. L’Italia è tra i Paesi al mondo alle prese con i rapporti debito-PIL più alti (ma il Paese messo peggio è il Giappone).
Fra i Paesi con i rating migliori ci sono l’Australia, il Canada, Singapore, la Svizzera e i Paesi dell’Europa del Nord(Olanda, Svezia, Norvegia): hanno la tripla A perché sanno tenere sotto controllo i conti pubblici. Ecco la classifica dei 20 Paesi con il giudizio migliore: Australia, Germania, Canada, Danimarca, Liechtenstein, Lussemburgo, Olanda, Svizzera, Norvegia, Svezia, Singapore, Stati Uniti, Austria, Finlandia, Nuova Zelanda, Francia, Taiwan, Emirati Arabi Uniti, Hong Kong, Qatar.
Le sigle che presentano un unica “B” indicano un Paese ritenuto “altamente speculativo”: Moody’s le classifica con “B1”, “B2” a “B3”, S&P Global Ratings e di Fitch con “B+”, “B” e “B-”. In questa categoria rientrano Ecuador, Belize, Venezuela, El Savador (secondo S&P hanno tutti la valutazione B-).
I “rischi sostanziali” sono visibili nei casi di Paesi con una sigla che inizia con C. Quindi ““Caa1”, “Caa2”, “Caa3” per Moody’s, “CCC+”, “CCC”, “CCC-” per S&P Global e di Fitch. Secondo Fitch sono Tunisia, Laos, Etiopia, Pakistan, Congo, Mozambico, El Salvador.
“SD” significa “Selective Default” ed è la sigla con cui S&P Global Ratings indica una nazione che ha fatto default su una specifica emissione di titoli. Secondo l’agenzia sono Sri Lanka e Ghana. La dicitura non è considerata positiva, ma neanche del tutto negativa: viene considerata infatti come ancora verosimile la possibilità di rimborsare gli investitori su altri bond. L’equivalente di Fitch è “RD “Restrictive Default”.
C’è poi “D”, con cui si indica il vero e proprio default nel caso di Fitch e di S&P, mentre la stessa cosa viene indicata con “C” da Moody’s. Quest’ultima, per esempio, indica con “C” l’Argentina e la Russia. S&P indica con D invece Portorico.
In alcuni casi le agenzie non assegnano i rating, oppure scelgono di ritirarli. In questo caso il Paese viene catalogato come Not Rated, quindi NR per S&P Global e “WR” (Withdraw rating) per Moody’s. È il caso di Tunisia e Bielorussia. Ma anche del Libano: Fitch ha fatto sapere di non avere più le informazioni sufficienti a eseguire una valutazione completa e ha perciò scelto di ritirare quella precedente.