Dopo lo sciopero che ha messo a dura prova la produttività dell’azienda, Boeing licenzierà più di 2.200 lavoratori negli stati americani di Washington e Oregon. Il taglio rientra nel più ampio piano di licenziamenti che vede l’eliminazione di 17.000 posti di lavoro , ovvero il 10% della sua forza lavoro globale.
Non si tratta di una sorpresa dal momento che la comunicazione era arrivata alla Worker Adjustment and Retraining Notification (WARN) a metà novembre,come previsto da disposizioni di legge. Un nuovo taglio è previsto anche per dicembre. Tra le figure professionali che hanno ricevuto lettera di licenziamento anche diverse centinaia di ingegneri e operai nonostante ad ottobre, il nuovo CEO di Boeing, Kelly Ortberg, abbia dichiarato che l’azienda non intende “togliere personale dalla produzione o dai laboratori di ingegneria”.
La Society of Professional Engineering Employees in Aerospace (SPEEA) ha dichiarato che la scorsa settimana 438 iscritti al sindacato presso la Boeing hanno ricevuto avvisi di licenziamento, tra cui 218 ingegneri e 220 tecnici.
Le notifiche arrivano parallelamente al ritorno alla produzione, da parte di Boeing, del suo modello più venduto, il 737 MAX, dopo che uno sciopero durato settimane, che ha coinvolto oltre 33.000 lavoratori della costa occidentale degli Stati Uniti, ha bloccato la produzione della maggior parte dei suoi jet commerciali.