Ha preso il via l’ottava giornata di lavori alla Cop29 di Baku, Azerbaijan, dopo la pausa di domenica. La seconda settimana coincide con l’inizio del G20 a Rio dove il tema della sostenibilità sarà sempre centrale.
«I costi dell’adattamento stanno schizzando per tutti, specialmente per i Paesi in via di sviluppo. Potrebbero salire a 340 miliardi all’anno nel 2030, raggiungendo 565 miliardi all’anno nel 2050». Lo ha detto il segretario esecutivo dell’agenzia dell’Onu per il cambiamento climatico, l’Unfccc, Simon Stiell, durante la conferenza. Per creare delle risposte strategiche al cambiamento climatico nei Paesi in via di sviluppo “abbiamo bisogno di fiumi di denaro. Devono essere più facili nell’accesso, specialmente per i Paesi più vulnerabili, che spesso si trovano di fronte le barriere maggiori“.
L’UNFCCC-UN Climate Change ha pubblicato un’analisi, sulla base dei dati elaborati da InfluenceMap, che dimostra come, sebbene la proporzione di aziende partecipanti alla Cop29 a Baku con un impegno politico allineato alla scienza sia quasi raddoppiata (dal 10% nel 2023 al 20% nel 2024), una minoranza di società e associazioni industriali dei combustibili fossili rimane ben rappresentata, ed è potentissima. Le aziende presenti in Azerbaijan con più di 10 delegati e con un impegno negativo nei confronti del clima includono, tra le altre, ExxonMobil, Gazprom, Petrobras e Lukoil, Chevron, BMW, JBS, JFE Steel, Nippon Steel Corporation e Toyota. Le aziende invece con più di 10 delegati e un impegno positivo verso il clima includono Alphabet, SAP, Schneider Electric e SSE, Unilever, Trane Technologies, Acciona, Vestas, Microsoft e Iberdrola.
Alla tavola rotonda ministeriale sulla trasparenza climatica globale la Repubblica dell’Azerbaijan ha annunciato il lancio della dichiarazione di Baku sulla trasparenza climatica globale. Questa dichiarazione si concentra sul rafforzamento della trasparenza, sulla promozione della cooperazione internazionale e sull’aumento dell’ambizione attraverso sforzi individuali e collettivi.
«L’energia rinnovabile è ormai inarrestabile e nessun governo può impedire il passaggio a un’economia globale a basse emissioni di carbonio». E’ questa la valutazione del segretario all’Energia del Regno Unito Ed Miliband, a margine della Cop29. Miliband ha affermato che il Regno Unito stava agendo per interesse nazionale assumendo un ruolo guida a livello mondiale nel ridurre le emissioni di gas serra e nell’aumentare gli aiuti finanziari disponibili per i Paesi poveri durante i cruciali colloqui Onu sul clima di questa settimana. «Nessun governo o Paese può impedire che questa transizione avvenga», ha detto.
Alla Cop29 è intervenuto anche il ministro della Salute italiano Orazio Schillaci: «il nostro pianeta ci sta lanciando un grido d’allarme. Di fronte alla crisi climatica, non possiamo pensare alla salute umana separata da quella degli ecosistemi. L’approccio OneHealth non è solo una strategia, è l’unica via per un futuro sostenibile».
Il primo ministro del Regno Unito Starmer ha confermato per il Paese un taglio delle emissioni di C02 dell’81% entro il 2035.
Atteso in serata l’arrivo del ministro dell’Ambiente italiano Gilberto Pichetto Fratin. «La Cop29 sarà una delle tante tappe di un processo irreversibile in corso. L’obiettivo stavolta è la finanza climatica. Vediamo cosa riusciamo a fare», ha dichiarato.