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Cop29, decima giornata. Focus su urbanizzazione, trasporti, turismo

Maria Lucia Panucci
20 Novembre 2024
  • copiato!

Ancora nessun progresso sulla finanza climatica. L’Ue punta ad un fondo da 200-300 miliardi per aiutare i paesi più vulnerabili al cambiamento climatico

A Baku è stato ribadito come la produzione alimentare sia un fattore importante per il cambiamento climatico, generando più emissioni di gas serra di tutte le forme di trasporto messe insieme. La produzione di carne è un fattore importante, ma anche l’uso del suolo gioca un ruolo significativo. La creazione di terreni agricoli spesso comporta la deforestazione, riducendo la capacità del pianeta di assorbire CO2 e aggravando il cambiamento climatico. I Paesi che rappresentano quasi il 50% delle emissioni globali di metano derivanti dai rifiuti organici si impegnano a ridurre le emissioni del settore. L’iniziativa Harmoniya per gli agricoltori è stata lanciata in collaborazione con la Fao, introducendo una nuova piattaforma per armonizzare i programmi di sostegno e finanziamento per gli agricoltori.

Il Ministero dell’Agricoltura dell’Azerbaijan in contemporanea ha annunciato una nuova cooperazione con Unep-Coalizione per il clima e l’aria pulita per lo sviluppo di una tabella di marcia per la riduzione del metano per il settore agricolo nazionale.

Per il resto nessun progresso è stato fatto alla Cop29 sul dossier più importante, quello sulla finanza climatica. Ieri sera sono state presentate una decina di bozze di documenti finali su tutti i temi in discussione, ma non quella sull’obiettivo di finanza, che era attesa.

Oggi è la giornata di urbanizzazione, trasporti e turismo, la decima di conferenze.

«Abbiamo dato istruzioni ai negoziatori di concludere le loro consultazioni oggi e di trasmetterci proposte di testo alle 17 (le 14 in Italia, ndr). Diffonderemo quindi le bozze su obiettivo di finanza climatica (Ncqg), giusta transizione, mitigazione, adattamento e Dialogo Ue intorno a mezzanotte (le 21 in Italia). Altri testi saranno diffusi alle 7 del mattino (le 4 in Italia). Dopo aver diffuso i testi, daremo all’assemblea il tempo sufficiente per esaminarli». Lo ha detto il capo negoziatore alla Cop29 di Baku, Yalchin Rafiyev, in assemblea plenaria alla conferenza.

E’ scettico sul tema il ministro italiano dell’Ambiente Pichetto che ha detto: «la Presidenza della Cop29 vorrebbe chiudere questa sera la prima bozza del documento finale, ma siamo ancora ai rapporti incrociati, ai continui incontri, non si è ancora chiuso niente. Uscirà la prima bozza a mezzanotte (le 21 in Italia), e la vedranno gli sherpa e i capi negoziatori. Per l’Unione Europea la vedranno il commissario Hoekstra e la presidenza ugherese. L’obiettivo della presidenza azera è arrivare nella giornata di domani a vedere come si riesce a chiudere, ma le posizioni sono ancora lontane. Nella parte finanziaria ci sono ancora richieste molto alte da parte dei paesi in via di sviluppo. Cifre colossali, non raggiungibili. Si sta lavorando per trovare formulazioni che prevedano anche i fondi multilaterali e quelli privati, e su come misurarli. Sul dossier del mercato internazionale delle emissioni, previsto all’articolo 6 dell’Accordo di Parigi, c’è un problema tecnico riguardante gli Usa. L’articolo prevede un registro dei crediti di carbonio complessivo, ma gli Stati Uniti non hanno un registro unico, ce li hanno i singoli stati. Sui questo si sta tentando una soluzione».

Una cifra fra i 200 e i 300 miliardi di dollari all’anno è l’ipotesi che i paesi dell’Unione europea fanno per il nuovo fondo di aiuti ai paesi in via di sviluppo contro il cambiamento climatico, in discussione alla Cop29 di Baku. Lo scrive il sito statunitense Politico, citando due fonti diplomatiche della Ue. L’Accordo di Parigi prevede un fondo di aiuti da 100 miliardi di dollari all’anno, che scade nel 2025 e va rinnovato.

A Baku i paesi in via di sviluppo hanno chiesto 1.300 miliardi di dollari all’anno per il nuovo fondo, ma l’Ue e gli Usa, principali paesi donatori, puntano a una cifra più bassa e formata non solo da donazioni, ma anche da prestiti delle banche multilaterali di sviluppo e del settore privato.

FOTO: SHUTTERSTOCK
  • baku
  • cop29
  • finanza climatica

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