Migliaia di medici e infermieri italiani sono rimasti a casa oggi per protestare contro la loro retribuzione e le loro condizioni, nell’ultimo segnale di malessere del settore sanitario in difficoltà del Paese. I sindacati affermano che i fondi del bilancio governativo per il 2025 sono insufficienti per le assunzioni mentre gli aumenti salariali sono necessari, dato che l’Italia, come molti Paesi europei, ha una popolazione che invecchia e che richiede livelli crescenti di assistenza. Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha detto che il Governo è “disposto, non solo a incontrare i sindacati, ma anche a cercare di risolvere alcuni dei problemi sul tavolo“.
Ma finora le promesse di potenziare il servizio sanitario pubblico sulla scia della pandemia COVID-19 non sono state mantenute e le crescenti liste d’attesa ospedaliere costringono un numero crescente di italiani a rivolgersi a cliniche private per le cure.
L’Italia spende circa il 6,2% del prodotto interno lordo per il suo servizio sanitario nazionale, ben al di sotto della media dell’Unione Europea del 6,8%, e la spesa sanitaria pro capite è la più bassa tra il Gruppo delle Sette democrazie ricche. Il piano economico pluriennale del Governo prevede che la spesa sanitaria pubblica rimanga sostanzialmente stabile al 6,2% del PIL fino al 2027.
I lavoratori delle ferrovie sciopereranno sabato e domenica, mentre il 29 novembre le confederazioni sindacali hanno programmato uno sciopero generale di un giorno contro il bilancio 2025 della Meloni.