«Quando si vola così in alto, anche una lieve turbolenza può sembrare una caduta libera. Per NVIDIA, i numeri record non sono più sufficienti per soddisfare un mercato sempre più affamato e ansioso. Anche con performance straordinarie, per il secondo trimestre consecutivo, il titolo riceve una bocciatura in Borsa, evento che non accadeva dalla trimestrale di maggio 2021. NVIDIA sembra intrappolata in un paradosso: superare le aspettative non basta più. Se nel trimestre precedente il titolo era scivolato su una guidance ritenuta poco ambiziosa, questa volta il mercato si è concentrato su segni di rallentamento. Il fatturato continua a crescere, ma a un ritmo meno esplosivo, mentre i margini operativi, sebbene stabili anno su anno, mostrano una leggera flessione sequenziale. I margini lordi sono previsti in calo anche nel prossimo trimestre, attestandosi tra il 73% e il 73,5%, riflettendo l’aumento dei costi legati all’avvio della produzione dei nuovi chip Blackwell». Questo il commento di Gabriel Debach, market analyst di eToro.
Un tema centrale è il lancio di Blackwell, il nuovo chip destinato a coesistere con Hopper. NVIDIA sottolinea che le spedizioni inizieranno nel Q4 FY25, ma avverte anche che la domanda per Blackwell supererà la capacità produttiva per diversi trimestri nel FY26. Questo “problema di lusso” – ovvero una domanda che supera l’offerta – è certamente positivo nel lungo termine, ma introduce anche incertezze nel breve.
Per il Q4 FY25 NVIDIA prevede ricavi tra i 36,75 e i 38,25 miliardi di dollari, con una crescita potenziale trimestrale del 9% nella sua forbice più alta. Questo ritmo, seppur ancora positivo, rappresenta un evidente rallentamento rispetto ai trimestri precedenti. Anche nei segmenti meno strategici, come gaming e automotive, la crescita resta solida, ma non abbastanza per compensare le preoccupazioni sul futuro del core business.
«La reazione negativa del mercato non è una bocciatura dei fondamentali – che restano solidissimi – ma una lezione sulla fragilità delle aspettative. Quando un titolo è valutato così generosamente, anche minimi segnali di rallentamento possono essere amplificati. NVIDIA rimane un leader indiscusso nell’intelligenza artificiale, ma il messaggio del mercato è chiaro: non basta correre, bisogna farlo senza sbavature», continua l’esperto.
Considerando quello che ci si aspetta da Nvidia, non è stato un trimestre esplosivo, ma questo non cambia in alcun modo la storia a lungo termine. La domanda per i suoi chip è fenomenale, l’intelligenza artificiale è appena agli inizi nella trasformazione delle industrie, e Nvidia è nella posizione migliore per beneficiare dell’ondata di spesa che stiamo vedendo in tutto il settore entreprise. «Eventuali debolezze successive ai risultati saranno viste come un’opportunità per gli investitori di possedere una delle migliori azioni tecnologiche sul mercato. Naturalmente, ci sono dei rischi: rimangono alcune incognite sulla supply chain e sulla dipendenza dai grandi player tecnologici, ma Nvidia sembra dissipare ogni preoccupazione a ogni trimestre – spiega ancora Debach. –Con un multiplo P/E NTM e LTM in calo negli ultimi tre anni, l’azienda continua a giustificare le sue valutazioni elevate attraverso una crescita degli utili che supera l’aumento dei prezzi delle azioni».
Le Magnifiche 7, stiamo parlando di Apple, Microsoft, Meta (Facebook), Amazon, Alphabet (Google), NVIDIA e Tesla, hanno concluso il terzo trimestre con utili record di 118 miliardi di dollari, segnando una crescita del 21% su base annua. Questo straordinario risultato si riflette in un rendimento di circa +55% da inizio anno per un portafoglio equiponderato sulle sette aziende, contro il +24% dello S&P 500. Detto in altre parole, con una incidenza del 31% sull’intero S&P 500, le Magnifiche 7 hanno contribuito per quasi la metà della performance dell’indice (circa il 46%).
«La grande domanda resta: possono continuare a sovraperformare il mercato? Guardando ai dati FactSet, è plausibile che queste aziende manterranno tassi di crescita degli utili superiori rispetto alle altre 493 componenti dell’indice S&P 500 per tutto il prossimo anno. Tuttavia, il gap di crescita tra le Magnifiche 7 e il resto del mercato sta gradualmente diminuendo. Questo riflette aspettative già molto elevate e una base di comparazione meno favorevole rispetto al passato, elementi che potrebbero rendere più difficile sostenere un ritmo così accelerato – continua l’analista. – Nelle recenti trimestrali i risultati pubblicati sono stati in gran parte eccezionali. Le rare delusioni sono derivate da previsioni prudenti o da preoccupazioni generato da un aumento degli investimenti. Nonostante ciò, i titoli hanno mostrato una capacità di recuperare rapidamente eventuali perdite post-trimestrali, confermando una resilienza che continua ad attirare capitali».
È probabile, conclude, che la corsa delle Magnifiche 7 non sia ancora giunta al termine, nonostante valutazioni decisamente impegnative. Tuttavia, l’attenzione potrebbe iniziare a spostarsi verso altri settori. Mentre le Magnifiche 7 continuano a offrire performance straordinarie, il mercato potrebbe gradualmente diversificare il proprio interesse, premiando anche settori finora meno sotto i riflettori.