La presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde ha rinnovato il suo appello all’integrazione economica in Europa, sostenendo che l’intensificarsi delle tensioni commerciali globali e il crescente divario tecnologico con gli Stati Uniti rendono ancora più urgente intervenire.
Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump ha promesso di imporre dazi sulla maggior parte delle importazioni, se non su tutte, e ha affermato che l’Europa pagherà un caro prezzo per aver registrato per decenni un ampio surplus commerciale con gli Stati Uniti.
In poco più di 10 anni il divario economico, in termini di crescita e dimensione, tra Usa e Ue è diventato impressionante. Se nel 2010 i Pil di queste due aree del mondo erano più o meno equivalenti, oggi il Pil dell’Ue è circa il 65% di quello statunitense. L’Europa – secondo i principali istituti statistici – ha perso inesorabilmente terreno in termini di competitività ma anche come quota del commercio globale, riflesso di una manifattura europea che é stata sostanzialmente travolta dalla crescita più aggressiva e rapida di Cina, India e Stati Uniti.
«Anche l’ambiente geopolitico è diventato meno favorevole, con crescenti minacce al libero scambio provenienti da ogni parte del mondo – ha detto Lagarde. – L’urgenza di integrare i nostri mercati finanziari è aumentata».
L’Europa deve ridurre il costo degli investimenti nei mercati finanziari e deve rendere il regime normativo più semplice per far fluire la liquidità verso i luoghi in cui serve di più. «Per aggirare il macchinoso processo di armonizzazione normativa, potremmo prevedere un 28° regime per gli emittenti di titoli – ha aggiunto Lagarde. – Questi beneficerebbero di un diritto societario e dei valori mobiliari unificato, che faciliterebbe il collocamento, la detenzione e il regolamento transfrontalieri».
Tuttavia, ciò non risolverebbe il problema che poche imprese innovative si insediano in Europa, in parte a causa della mancanza di fondi. L’Europa deve quindi rendere più facile il flusso degli investimenti in capitale di rischio e il finanziamento delle start up da parte delle banche.