La seconda bozza della Cop29 di Baku sulla finanza climatica è uscita poco fa e “decide di porre un obiettivo in estensione” di quanto previsto dall’Accordo di Parigi, “con i paesi in via di sviluppo che prendono l’iniziativa di arrivare a 250 miliardi di dollari all’anno al 2035 per i paesi in via di sviluppo per l’azione climatica“.
La presidenza assicura che rispetterà i tempi con il testo finale stasera.
Grande delusione a Baku. La bozza di documento della Cop29 sulla mitigazione del cambiamento climatico, cioè sulla decarbonizzazione, non prevede nessun riferimento alla diminuzione dell’uso dei combustibili fossili. Il testo indica solo misure generiche di riduzione delle emissioni attraverso innovazioni tecnologiche e risparmio energetico, compresa la cattura del carbonio.
Il Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres fa sentire ancora la sua voce: «la finanza climatica non è un sussidio. È un investimento contro la devastazione che il caos climatico incontrollato infliggerà a tutti noi. È un anticipo su un futuro più sicuro e prospero per ogni nazione sulla Terra».
Il ministro dell’Ambiente italiano Gilberto Pichetto Fratin intanto ha rilanciato il Piano Mattei: «alla Cop29, l’Italia, insieme ai principali Paesi europei, continua a spingere perché da Baku venga una riforma per una finanza climatica migliore, più efficiente, che coinvolga anche nuovi Paesi, settore privato, enti filantropici e banche multilaterali di sviluppo. Questo è il nostro approccio, e tiene conto delle priorità sia di chi chiede più risorse finanziarie sia di chi chiede più mitigazione – ha spiegato. – Questa posizione esprime un approccio specifico, cioè quello di perseguire la decarbonizzazione e la crescita dei più vulnerabili, che è alla base della strategia e dei progetti del Piano Mattei per l’Africa, attraverso collaborazioni pubblico-privato e partenariati paritari e non predatori».