La filiera produttiva di moto e bici in Italia vale quasi 15 miliardi di euro, 14,8 miliardi per la precisione. Solo il settore del motociclo attesta il suo fatturato a 9,5 miliardi di euro, confermando il proprio primato in Europa anche nella produzione e per i numeri di mercato. A scattare la fotografia è Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) che ha presentato stamane a Roma, presso la Sala degli Atti parlamentari della Biblioteca del Senato, una mappatura dettagliata della filiera italiana di questo comparto attraverso uno studio condotto da Bain & Company Italia su un campione di oltre 2100 aziende (più dell’80% dell’intero comparto).
Moto, scooter e ciclomotori piacciono agli italiani: cresce il numero delle patenti A e va molto bene il mercato, che dal 2020 al 2023 ha fatto segnare una crescita media annua del 12%. In aumento anche il numero degli addetti che ha visto un +7% tra il 2020 e il 2022, attestandosi a poco più di 36 mila diretti (84 mila con indiretti e indotto).
Il saldo della bilancia commerciale dei motocicli ha chiuso nel 2023 con +470 milioni di euro, confermando la qualità e il ruolo centrale dell’Italia nell’export.
In un contesto di grandi trasformazioni, l’elemento più rilevante è stato, come anticipato, il rapido incremento delle e-bike, salite fino a oltre 330 mila unità vendute nel 2022, con una penetrazione del 20% sul totale (era il 3% nel 2015 e l’11% nel 2019), che ha reso le due ruote a pedali accessibili ad un pubblico più ampio.
Ma nonostante sia un settore rilevante e primario in Europa, il presidente dell’Ancma Mariano Roman ha sottolineato la mancanza di sostegni che invece farebbero crescere ancora di più il comparto: incentivi alla ricerca e sviluppo e l’infrastrutturazione ciclabile, indispensabile per sviluppare il grande potenziale del nostro Paese in ambito cicloturistico