S&P conferma le stime di crescita dell’Eurozona per quest’anno (+0,8%, come previsto a settembre), mentre lima quelle per il 2025 (+1,2%, contro il +1,3% precedente). E’ quanto si legge nell’Economic Outlook di S&P Global Ratings.
In particolare la Germania è in ritardo rispetto agli altri Paesi dell’Eurozona mentre la Spagna continua a registrare performance superiori.
S&P ha anche sottolineato che “a causa di un calo più pronunciato dei prezzi dell’energia, prevede che nel 2025 l’inflazione sarà marginalmente più bassa di quanto previsto (2,4% contro il 2,5% precedente)“.
Per quanto riguarda la politica monetaria S&P prevede che “la Bce taglierà i tassi più rapidamente di quanto precedentemente atteso, a causa della persistente debolezza della fiducia e di una migliore visibilità sulla traiettoria della disinflazione“. Detto questo, l’agenzia “non si attende che l’entità dei tagli superi le stime espresse finora. La previsione è che il tasso principale raggiunga il 2,5% prima dell’estate del 2025, rispetto alla previsione precedente, che guardava a settembre 2025“.
L’agenzia ha anche ridotto le aspettative di crescita del Messico dall’1,5% all’1,2% per il 2025 a causa di “diverse fonti di incertezza che stanno indebolendo le previsioni di investimenti e di crescita“.
Gli analisti si riferiscono in particolare alle minacce di imposizione di dazi da parte del presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, così come al rafforzamento delle politiche protezionistiche, fattori che potrebbero ritardare l’arrivo di flussi di capitale nel Paese latinoamericano.