Da qualche settimana sono in funzione i termosifoni in case e uffici degli italiani, secondo alcune stime, con le attuali tariffe del mercato libero, quest’anno gli italiani per riscaldare casa spenderanno, in media, 1.144 euro in bollette del gas. Si tratta delle valutazioni, comparando le fasce tariffarie attuali, del sito Facile.it.
Le stime di risparmio sono state calcolate considerando un prezzo del gas nel mercato libero pari a 1,34 euro/Smc (incluse tutte le voci di spesa che gravano in bolletta), valore calcolato come media delle offerte a prezzo bloccato disponibili su Facile.it in data 9/10/2024 su consumi annui pari a circa 850 smc.
Il fabbisogno termico medio delle abitazioni usato nell’analisi è pari a 8.748 kWh.
Con un grado in meno risparmio di 100 euro
Secondo le stime di Facile.it, abbassando di un solo grado il riscaldamento potremmo conseguire un risparmio in bolletta di circa 100 euro. Se invece si decide di ridurre le ore di accensione dei termosifoni, bastano 60 minuti in meno al giorno per abbattere i costi di circa 36 euro in un anno.
Sebbene la maggior parte dei consumi domestici di metano siano legati al riscaldamento, è bene fare attenzione anche al gas che usiamo per cucinare.
I “trucchi” per risparmiare
Il semplice gesto di abbassare l’intensità del fuoco dopo che l’acqua è arrivata a ebollizione ci consentirebbe di risparmiare fino al 25% del gas normalmente usato; calcolando la cottura di 200 grammi di pasta al giorno, con questo trucchetto una famiglia di due persone risparmierebbe 12 euro.
Anche il microonde può abbattere i consumi, ad esempio, per scaldare un bicchiere di latte o una tazza di tè.
Se ormai tutti, o quasi, sono consapevoli che un bagno caldo consuma molto più di una doccia, secondo le stime di Facile.it, ad esempio, ridurre la durata della doccia da 7 minuti a 5 minuti consente di risparmiare quasi 30 centesimi di euro ogni volta; se si abbassa la temperatura dell’acqua di 3 gradi.
Si possono tagliare i consumi di gas fino al 9%. Il risparmio sui consumi energetici può essere davvero notevole se si ha la possibilità di fare interventi strutturali sulla propria abitazione come il cappotto termico, l’isolamento del tetto o il cambio degli infissi.
Una buona controsoffittatura, ad esempio, può far risparmiare fino al 20% di energia. Si tratta di lavori importanti i cui costi possono spesso arrivare a quattro zeri, ma per il 2024 possono essere, almeno in parte, ammortizzati grazie ai Bonus casa.
Le valvole termostatiche consentono di controllare la temperatura di ciascun termosifone ed è importante il controllo periodico dei fumi, obbligatorio, ma la periodicità cambia a seconda del tipo di caldaia (si va dai 12 mesi ai 4 anni), in ogni caso il suggerimento è di fare una revisione almeno una volta l’anno in vista della stagione invernale.
Le variazioni delle bollette: le stime
Secondo l’analisi la spesa per la bolletta del gas può variare fino al 20% tra le migliori e le peggiori offerte presenti sul mercato; scegliere quindi un fornitore non conveniente significa rischiare di spendere anche 200 euro in più per riscaldare casa.
Per l’attivazione di un nuovo contratto di fornitura occorrono tra i 15 e i 60 giorni, pertanto questo è il periodo ideale per confrontare le offerte sul mercato libero e valutare un possibile cambio di fornitura in vista della stagione invernale, spiegano gli esperti di Facile.it: «Ricordiamo che il passaggio è gratuito e non comporta una interruzione di fornitura».
Quale sistema di riscaldamento è il più conveniente
I sistemi di riscaldamento disponibili in Italia sono parecchi. Si va da quelli con i termosifoni ai riscaldamenti a pavimento, passando per pompa di calore e infrarossi.
È possibile anche installare in casa riscaldamenti a battiscopa. Le tipologie e i prezzi di installazione sono parecchi: ci sono sistemi più convenienti in termini di risparmio ed efficienza termica e sistemi meno convenienti.
Esistono anche buone abitudini per risparmiare sui riscaldamenti. In questo articolo vedremo qualche suggerimento.
Esistono vari criteri per capire qual è il tipo di riscaldamento migliore per le nostre abitazioni, o comunque la casa su cui vogliamo installare un impianto. Tra i principali ci sono:
- Tipo di abitazione: Qui la cosa importante da cui partire è la tipologia di abitazione. Se si stiamo parlando di una casa indipendente il margine di manovra per i lavori è ovviamente più ampio rispetto a quello che abbiamo in un appartamento
- Potenza richiesta: La potenza richiesta per riscaldare casa varia in base alla classe energetica. La scala varia su dieci livelli, quattro livelli A (A1,A2, A3, A4) e poi il resto dei livelli (B, C, D, E, F, G).
- Escursione termica: Valutare bene l’aurea geografica in cui siete. In base all’escursione termina con l’ambiente circostante dovrete anche capire quanto sarà importante avere un riscaldamento più o meno potente.
I termosifoni come sistema di riscaldamento: alimentazione ed efficienza termica
Il sistema più diffuso di riscaldamento in Italia è quello basato sui termosifoni. Noti anche come caloriferi o (più tecnico) radiatori, i termosifoni servono per diffondere il calore che viene prodotto da un impianto di riscaldamento ad acqua. Qui il costo dipende molto dal sistema che viene utilizzato per riscaldare l’acqua.
Altroconsumo ha fatto un’analisi complessiva di questi costi tenendo in considerazione anche quelli per l’installazione e quelli per la rete di distribuzione. I costi di installazione sono spalmati su 15 anni, quelli per la rete di distribuzione su 30 anni.
Secondo l’analisi di AltroConsumo per il 2023 il metodo più costoso per scaldare i riscaldamenti resta la caldaia a gas a condensazione. Nel 2023 la stima era di 2.508 euro all’anno.
Bisogna però tenere conto che il costo per l’installazione della caldaia è più basso e in caso di rottura dell’impianto questo elemento è anche facile da sostituire.
Altri sistemi possono essere più economici ma hanno costi di installazione diversi. Rimanendo sempre alle stime fatte da Altroconsumo per l’inverno del 2023 troviamo la caldaia a biomassa, con un costo annuo per casa di 2.130 euro. O ancora il sistema solare termico: costo annuo per la casa 1.808 euro.
Pro e contro del riscaldamento centralizzato
Se non vivete in una casa indipendente ma in un appartamento, con buona probabilità il vostro riscaldamento sarà di tipo centralizzato. Qui il vantaggio è soprattutto economico.
In breve, il riscaldamento centralizzato prevede l’uso di una sola caldaia per tutto il condomino. Qui il vantaggio è prima di tutto economico.
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Avendo una sola caldaia comune, il costo per il riscaldamento per i singoli condomini si abbassa. Il problema diventa la gestione del riscaldamento autonomo: la gestione del riscaldamento poi non spetta più ai singoli condomini ma deve seguire le regole di tutto il palazzo. Il riscaldamento centralizzato ha anche costi di manutenzione più bassi e un’efficienza energetica migliore.
Come funziona il riscaldamento a pavimento elettrico
Il sistema di riscaldamento a pavimento elettrico è un riscaldamento, come è già chiaro nel nome, che viene irradiato direttamente dal pavimento. Qui il calore viene generato da una serie di resistenze elettriche: l’obiettivo è quello di propagarlo in modo uniforme facendolo salire dal basso verso l’alto.
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I costi di installazione variano tra i 50 e i 70 euro al metro quadro, anche se poi non è obbligatorio coprire tutta la pavimentazione.
Il riscaldamento a infrarossi: cos’è e come funziona
Fra tutti i metodi che abbiamo visto, sicuramente quello a infrarossi ha l’aspetto più avveniristico. Si tratta di un impianto di riscaldamento dove i pannelli di irraggiamento diffondono nell’ambiente raggi infrarossi che riscaldano le superfici delle stanze in cui sono installati.
Tra queste superfici è compresa anche la nostra pelle. Non hanno rischi sulla salute e ovviamente sono alimentati a energia elettrica. I costi variano molto dai pannelli che si scelgono. A seconda della tecnologia i pannelli possono variare da 350 a 60 euro.
La scelta del riscaldamento a soffitto
Nel riscaldamento a soffitto il calore viene prodotto dalla parte alta delle stanze e spinto poi verso il basso.
La fonte di calore può essere un impianto idraulico montato sul soffitto, in questo caso parliamo di una rete di tubi simile a quella che viene installata per i riscaldamenti a pavimento.
Il sistema di riscaldamento a soffitto può essere anche elettrico: in questo caso il calore viene generato da pannelli radianti.
Tra i vantaggi del riscaldamento a soffitto c’è sicuramente la facilità di installazione. A differenze del riscaldamento a pavimento per installarlo non è necessario sollevare tutta la pavimentazione. Non solo.
Il riscaldamento a soffitto è in grado di riscaldare molto più velocemente la stanza rispetto ad altri impianti. Il costo non è indifferente: parliamo di 100 euro al metro quadro.
Il sistema di riscaldamento a battiscopa: vantaggi e svantaggi
Il sistema di riscaldamento a battiscopa, come possiamo intuire, sfrutta i battiscopa per posizionare i tubi radianti, i tubi cioè da cui si propaga il calore per riscaldare la casa.
I tubi possono generare calore dall’acqua calda o dalle resistenze elettriche. I riscaldamenti a battiscopa quindi possono essere elettrici, ad acqua o anche misti.
Fra i vantaggi c’è sicuramente un risparmio energico. Per riscaldare un appartamento da 100 metri quadri possono bastare anche solo 10 litri d’acqua.
Installarlo, proprio per la sua posizione è abbastanza semplice. E ancora, è silenzioso e soprattutto ben nascosto.
Ci sono due svantaggi: funziona poco per ambienti molto ampi e per far diffondere l’aria calda nel modo giusto è necessario che i mobili siano distanziati qualche centimetro dalla parete.
Quanto conviene il riscaldamento a pompa di calore
Le pompe di calore sono fra i sistemi di riscaldamento più convenienti dal punto di vista energetico. Serve più energia per avviare ma il mantenimento della temperatura si può gestire anche con 0,4 – 0,5 kW ogni ora. Possono essere di tre tipi:
- Aria – Aria: quando regolano lo scambio di calore tra l’aria all’interno di una casa e quella all’esterno
- Aria – Acqua: quando invece lo scambio di calore arriva con l’aria esterna e nel frattempo viene riscaldata anche l’acqua da usare in altri tipi di impianti
- Geotermiche: in questo caso invece la fonte di calore diventa direttamente il calore naturale rilasciato dal terreno
Risparmiare sul riscaldamento in bolletta: le buone norme da seguire
Ci sono diverse norme da seguire per risparmiare un po’ sul riscaldamento in bolletta. Certo, il primo tipo di risparmio è quello di investire su un impianto di riscaldamento efficiente e soprattutto una casa coibentata: anche solo sistemare le finestre può diventare un ottimo inizio per avere una casa più efficiente.
Meglio dotarsi di un impianto di riscaldamento smart. A volte gli impianti sono direttamente collegati a una App di gestione, nel caso è possibile acquistare anche un termostato smart che ci permette di regolare direttamente da casa tutto il livello di riscaldamento della casa.
Sostenibilità e inquinamento: dalle direttive Ue al risparmio economico
Le direttive europee legate alla decarbonizzazione del settore immobiliare, che punta ad agire in modo prioritario sul 15% degli edifici più energivori per ogni stato membro, per raggiungere una riduzione del 55% entro il 2030 le emissioni nocive rispetto ai livelli del 1990 e le emissioni zero entro il 2050, devono far ragionare i cittadini su come coniugare la necessità di inquinare meno con il risparmio economico e il comfort domestico.
Tenendo però conto che per il riscaldamento si prevede il divieto di utilizzo di combustibili fossili entro il 2035 e l’abolizione di sussidi per l’installazione di boiler a combustibili fossili entro il 2024.
Costi di pellet e gas sono in discesa
Alcuni consigli arrivano da Aiel, l’associazione italiana energie agroforestali, che ha reso disponibile un calcolatore online per stufe o caldaie che permette di stimare il risparmio in base ai propri consumi energetici e ai prezzi dei combustibili nell’area di riferimento.
Si tratta di uno strumento semplice per confrontare i costi di riscaldamento con i diversi combustibili, tenendo conto delle specifiche esigenze e condizioni abitative.
Una seconda interessante novità, sempre comunicata da Aiel e che riguarda i combustibili legnosi, è che il prezzo del pellet a settembre 2024 ha registrato una significativa diminuzione, con valori medi nazionali di 4,55€ per un sacco da 15 kg.
Si tratta di una riduzione del 30% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente e del 16% rispetto alla rilevazione di aprile 2024.
Una soluzione, anche per la sostenibilità, molto più conveniente dei combustibili fossili: produrre 1 MWh di energia con il pellet costa infatti 63€, mentre il gas naturale costa 122€/MWh (il 94% in più) e il gasolio da riscaldamento che raggiunge i 138€/MWh (ben il 120% in più).
Anche il cippato, il biocombustibile legnoso più conveniente, soprattutto per impianti di grandi dimensioni e tecnologicamente avanzati, ha registrato un calo nei suoi valori di prezzo.
La legna da ardere, invece, principalmente per l’inizio della stagione termica, ha invece registrato un leggero aumento di prezzo rispetto ad aprile 2024.
«L’andamento dei prezzi dei biocombustibili legnosi a settembre 2024 conferma la convenienza economica di pellet, legna da ardere e cippato rispetto ai combustibili fossili tradizionali – spiega Domenico Brugnoni, presidente di Aiel – Oltre al risparmio sui costi energetici, l’utilizzo di queste fonti rinnovabili contribuisce alla riduzione delle emissioni di gas serra e alla valorizzazione delle risorse locali».
Tuttavia, è necessario adottare alcune semplici buone pratiche per massimizzare i benefici ambientali ed economici: utilizzare biocombustibili certificati e installare generatori di calore moderni e ad alta efficienza.
Il costo del gas è inferiore al 2023
Buone notizie anche sul fronte della spesa per la fornitura di gas. Infatti, i dati raccolti dall’Osservatorio Tariffe Segugio.it confermano un calo del prezzo della materia prima gas naturale e una crescente competitività delle tariffe a prezzo bloccato.
L’analisi ha considerato i profili di consumo di chi ha un sistema di riscaldamento autonomo, notando che, per una famiglia con consumo di 2.000 Smc/anno e per una coppia da 1.200 Smc/anno, i primi dati del quarto trimestre 2024 registrano una lieve flessione della spesa attesa (-1%) mentre per un utente Single con consumo annuo di 1.000 Smc, la spesa è stabile rispetto allo stesso periodo del 2023.
Nonostante non ci sia più l’Iva agevolata al 5%, introdotta dal decreto Taglia-bollette nel 2022, tornata al 10% per i consumi fino a 480 Smc e al 22% oltre questa soglia e sui costi fissi, il costo della materia prima risulta in riduzione nel confronto con il 2023.
Analizzando il costo medio del gas per il terzo trimestre 2024, infatti, si nota un calo del -22% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (da 0,648 €/Smc a 0,528 €/Smc).
Calo confermato anche dai dati parziali di ottobre 2024, con il prezzo gas diminuito del -14% rispetto al Psv (Punto di Scambio Virtuale) dello stesso mese del 2023.
Secondo l’indagine di Segugio.it, il mercato oggi offre la possibilità di accedere a tariffe gas a prezzo bloccato molto più competitive.
Ecco allora il consiglio di Paolo Benazzi, utilities managing director di Segugio.it: «Per un lungo periodo le offerte a prezzo fisso permettevano di bloccare il costo della materia, si, ma di bloccare a valori più alti rispetto all’indice su cui si basano le offerte variabili. Questo poneva il consumatore di fronte a una scelta: un prezzo sicuro per 12 mesi ma meno aggressivo nell’immediato, oppure il costo più basso possibile senza certezze per i prossimi mesi? Oggi, questo dualismo tra fisso e variabile risulta meno netto, con le offerte a prezzo bloccato che permettono non solo di fissare il prezzo, ma di fissarlo a valori anche molto competitivi».
Bonus caldaie, rischio stretta in Manovra
Sono diversi gli emendamenti al Piano Casa presentati nella Manovra: tra questi c’è anche lo stop a tutti gli sconti per le caldaie. La riunione tra i leader di maggioranza dei prossimi giorni aiuterà a stabilire una tabella di marcia per il Ddl Bilancio, atteso dal voto della Commissione Bilancio della Camera a dicembre.
L’emendamento riguardante il bonus caldaie è stato proposto dai deputati Roberto Pella, Francesco Cannizzaro (Forza Italia), Lucrezia Mantovani (Fratelli d’Italia) e da alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle e punta a rimuovere dall’ecobonus gli impianti di climatizzazione invernali alimentati unicamente tramite combustibili fossili.
Secondo la modifica, chi tra il 2025 e il 2027 intende acquistare questo tipo di caldaie a condensazione non potrà beneficiare degli sconti riconosciuti per le spese di riqualificazione energetica degli edifici.
Quali sono gli incentivi alternativi
In questo modo l’Italia si allineerebbe alle indicazioni della direttiva Case green (Energy performance of buildings directive) che vieta gli sconti fiscali per le caldaie alimentate a combustibili fossili dal 2025, ma ammette ancora le caldaie a condensazione (fino al 2040) e quelle a pompe di calore, essendo apparecchi ibridi.
La Direttiva “Case Green” punta alla riduzione del consumo energetico dell’intero parco immobiliare residenziale entro il 2030.
Il percorso dovrebbe abbattere i consumi di almeno il 16% rispetto al 2020 e per l’Italia sarebbe un traguardo ambizioso, visto che il 70% delle abitazioni presenta la peggiore prestazione energetica.
Il testo della Legge di bilancio licenziato in ottobre dal Consiglio dei Ministri prevede il rinnovo di diversi sconti fiscali in scadenza, seppur con una revisione delle aliquote.
Come previsto nel provvedimento uscito da Palazzo Chigi, chi nel 2025 sostiene delle spese per l’acquisto e l’installazione di una nuova caldaia può avvalersi ancora del bonus ristrutturazioni o dell’ecobonus, senza dimenticare anche altre alternative.
Ecobonus
Per le caldaie, fino al 31 dicembre di quest’anno l’ecobonus permette di avere la detrazione al 65% per l’acquisto di caldaie a condensazione che siano almeno di classe energetica A entro un massimale di spesa di 30mila euro, inclusa l’installazione di sistemi di termoregolazione evoluti.
Nel 2025 tuttavia lo sconto massimo scenderà al 50% per la prima casa e al 36% per gli altri immobili, un calo che proseguirà anche negli anni successivi quando lo sconto sulla prima casa non andrà oltre il 36%, mentre si fermerà al 30% per le altre tipologie.
Conto termico
Nato per incentivare interventi per l’incremento dell’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili per impianti di piccole dimensioni.
Il Conto Termico permette di beneficiare di una detrazione fiscale fino al 65% per la sostituzione di impianti di climatizzazione invernali già esistenti con impianti a pompa di calore; l’installazione di impianti solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria; la sostituzione di scaldacqua elettrici con impianti a pompa di calore. Al contrario di molti altri bonus edilizi, il Conto Termico non ha scadenza.
Per tutte le agevolazioni, eccezion fatta solo per il Conto Termico, da mesi non è più valido lo sconto in fattura o la cessione del credito: le detrazioni devono quindi essere inserite nella dichiarazione dei redditi.
Per il Conto Termico, invece, il limite massimo per l’erogazione degli incentivi in un’unica rata è di 5 mila euro e i tempi di pagamento sono all’incirca di 2 mesi.