E’ in corso lo sciopero generale, proclamato da Cgil e Uil, per chiedere di cambiare la manovra di bilancio, aumentare salari e pensioni, finanziare sanità, istruzione, servizi pubblici e investire nelle politiche industriali. Uno stop di 8 ore per tutti i settori privati e pubblici, ad eccezione dei trasporti dove è di 4 ore per la precettazione di Salvini.
«Mi sembra chiaro che c’è stato un tentativo esplicito di mettere in discussione questo diritto, quello di scioperare. Tra l’altro è in discussione in Parlamento un decreto, che viene chiamato decreto sicurezza, e noi chiediamo che sia ritirato, che vuole far diventare un reato lo sciopero, i blocchi stradali, l’occupazione delle fabbriche quando chiudono. È chiaro che siamo di fronte al tentativo serio di una svolta autoritaria che mette in discussione la libertà di esistere e la libertà delle persone». Così il segretario Cgil Maurizio Landini, a margine del corteo per lo sciopero generale a Bologna.
Landini non usa mezzi termini e ripropone la rivolta sociale. «Noi vogliamo rivoltare come un guanto questo Paese e per farlo c’è bisogno della partecipazione di tutte le persone – ha aggiunto. – La rivolta sociale, per noi, significa proprio dire che ognuno di noi non deve voltarsi da un’altra parte di fronte alle ingiustizie, anzi, deve passare l’idea che il problema mio è il problema di tutti e che solo mettendoci insieme possiamo cambiare questa situazione. È una giornata di mobilitazione come da tempo non si vedeva. Oggi inizia un percorso di mobilitazione per rivoltare come un guanto questo Paese».
Tutte le piazze piene, da Torino a Milano, a Bologna a Genova e Roma. «Non tutto il governo ha fatto le stesse valutazioni. Mi pare che Salvini si sia sprecato in insulti, ci ha detto che siamo degli estremisti, ci ha detto che siamo ridicoli. Quegli insulti sono forse rivolti a queste persone che riempiono 40 piazze in questo splendido paese, che chiedono soltanto di essere ascoltati, di modificare le scelte che sono state fatte finora. È una protesta pacifica, democratica, ed è strano che un vicepresidente del Consiglio attacchi in questo modo un diritto riconosciuto dalla Costituzione – ha detto Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil, a Napoli alla manifestazione. – Noi rispondiamo con queste piazze, rispondiamo con la democrazia, rispondiamo con manifestazioni pacifiche, democratiche, che chiedono cambiamenti».
A Torino i manifestanti hanno bruciato foto della premier Giorgia Meloni e dei ministri Guido Crosetto e Matteo Salvini, chiedendone le dimissioni. Un gruppo di loro ha inoltre occupato i binari della stazione Porta Susa. Ferma condanna da parte di Salvini secondo cui “non sono manifestanti ma delinquenti, e i delinquenti meritano la galera”.
I sindacati hanno fatto sapere che l’adesione allo sciopero è stata altissima: oltre il 70% delle lavoratrici e dei lavoratori ha incrociato le braccia in tutta Italia. Sono state 46 le manifestazioni previste nella Penisola. «Se mettiamo assieme i numeri di tutti quelli che oggi hanno deciso di scendere in piazza possiamo tranquillamente dire che più di 500’000 persone in tutta Italia hanno scelto di essere in piazza per difendere la libertà e i diritti di tutti». Lo ha detto Landini che ha anche promesso: «la mobilitazione non si fermi, la continuità della mobilitazione di oggi sia che da domani nei luoghi di lavoro e nei territori noi proseguiamo questa mobilitazione con impegno solidale. Se noi che non siamo precari non siamo disponibili a batterci e scioperare per chi è precario, questa frattura tra precari e non precari si allargherà sempre di più. E il rischio è di trovarsi tutti precari e senza diritti».