Bufera in casa Stellantis. Il suo amministratore delegato, Carlo Tavares, si è dimesso. Il consiglio di amministrazione ha accettato la sua decisione, a sorpresa e in anticipo rispetto al previsto. Un’accelerazione drammatica dopo un periodo segnato da un calo dei profitti e un indebolimento delle vendite. L’azienda ha infatti registrato un calo del 20% nelle consegne globali di veicoli nel terzo trimestre 2024, con 1,148 milioni di unità distribuite, rispetto allo stesso periodo del 2023. Le vendite ai clienti finali sono diminuite del 15%, penalizzate dalla transizione del portafoglio prodotti e dalla riduzione delle scorte. In Nord America, in particolare, le consegne sono crollate del 36%, in Europa del 17%, in Medio Oriente e Africa del 26% e in Asia-Pacifico del 30%. In controtendenza solo il Sudamerica.
Il processo per la nomina di un nuovo Ceo permanente è già in corso, gestito da un Comitato Speciale del Consiglio, e si concluderà entro la prima metà del 2025. Nel frattempo sarà istituito un nuovo Comitato Esecutivo presieduto da John Elkann. «Siamo grati a Carlos per il suo impegno costante in questi anni e per il ruolo che ha svolto nella creazione di Stellantis, in aggiunta ai precedenti rilanci di Psa e di Opel, dando avvio al nostro percorso per diventare un leader globale nel settore. Intendo mettermi subito al lavoro con il nostro nuovo comitato esecutivo ad interim, con il supporto di tutti i nostri colleghi di Stellantis, mentre completiamo il processo di nomina del nuovo Ceo. Insieme garantiremo la puntuale attuazione della strategia della società nell’interesse di lungo termine di Stellantis e di tutti i suoi stakeholders», ha detto il presidente di Stellantis, John Elkann.
Quanto alla produzione di Stellantis in Italia, la notizia ha rilanciato i toni preoccupati dei sindacati. «Tavares si è dimesso. I lavoratori italiani rimangono. E noi vogliono un piano industriale e occupazionale subito», ha scritto su Facebook Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil. «Ci aspettiamo nel tempo più breve possibile un nuovo management che dia discontinuità rispetto al passato sugli impegni occupazionali, produttivi e industriali nel nostro Paese. Il nuovo ad abbia a cuore gli stabilimenti e i lavoratori italiani, riporti in Italia la produzione di auto e rilanci il polo del lusso Maserati», ha rilanciato Rocco Palombella, segretario generale Uilm.
Polemico il commento della Lega. «Siamo curiosi di sapere quanto prenderà Carlos Tavares come ‘premio’ economico dopo la sua disastrosa gestione».
La fine del rapporto col manager portoghese era già nell’aria e da ottobre l’azienda aveva iniziato le ricerche di un possibile sostituto, confermando che l’ad del gruppo non sarebbe rimasto oltre il termine del contratto, prevista per l’inizio del 2026. La decisione di Tavares ha dunque anticipato i tempi.