Le dimissioni anticipate di Carlo Tavares, annunciate nella serata di ieri, aprono un enorme vaso di pandora: problemi sulle vendite, i livelli produttivi, la transizione verso l’elettrico, tutte sfide che dovranno essere affrontate dal nuovo Ceo.
Sì, ma la domanda ora sorge spontanea: chi prenderà il timone di una barca enorme che è in seria difficoltà a rimanere a galla? La società ha fatto sapere che il processo di selezione è in corso e la nomina arriverà nel primo semestre 2025. Ed è partito il toto nomi. Sui principali quotidiani si parla per esempio di Luca de Meo, attuale numero uno di Renault e responsabile dell’Acea, che però ha più volte detto di non volere lasciare la guida del gruppo francese che ha contribuito a rilanciare. Da capire se il manager italiano sia o meno gradito a Elkann, visto che, anche su questo, sono circolati rumor di segno opposto.
Altri nomi che girano sono quelli di Jean-Philippe Imparato, ex Ad di Alfa Romeo e da ottobre chief operating officer Enlarged Europe di Stellantis e Ceo di Pro One, e di Edouard Peugeot, figlio dell’attuale presidente di Peugeot Invest, Robert Peugeot, e con un passato in JPMorgan e TowerBrook.
Tutti nomi di un certo calibro. D’altronde non poteva essere altrimenti viste le sfide incombenti che il nuovo Ceo dovrà affrontare. Una decisione importante riguiarderà il rilancio delle vendite, quali marchi portare avanti e quali invece decidere, eventualmente, di spegnere. Il passaggio all’elettrico su questo sarà cruciale.
Per Tavares si parla di una buonuscita di 100 milioni di euro. A incidere sull’importo, secondo indiscrezioni che l’azienda non ha però confermato, sarebbe proprio l’uscita anticipata.
Intanto però l’addio di Tavares sta pesando molto in Borsa. Il titolo cede il 10%, sui minimi dal luglio del 2022, trascinando anche Reanult (-2,54% a 39,56 euro).