Il tasso di inflazione della Corea del Sud è salito all’1,5% a novembre su base annua e rispetto al minimo di 45 mesi di ottobre dell’1,3%, influenzato da un won più debole e da esportazioni fiacche, secondo i dati di Statistics Korea diffusi oggi. La cifra è stata inferiore alle previsioni degli economisti dell’1,7%.
L’aumento è dovuto ad un incremento dei prezzi delle bevande alcoliche e del tabacco, dell’abbigliamento e delle calzature, salute, trasporti, istruzione, ristoranti e alberghi e beni e servizi vari.
L’IPC core, che esclude i prezzi degli alimenti e dell’energia, è rimasto invariato a novembre rispetto a ottobre ed è aumentato dell’1,9% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Basata su un’economia essenzialmente agricola fino alla divisione dalla Corea del Nord nel 1948, negli ultimi decenni la Corea ha conosciuto il fiorire di un vero e proprio miracolo economico, grazie ad un attenta azione di modernizzazione iniziata negli anni ‘60 ed una politica di bassi salari e di scarsa protezione sociale, che consentirono all’industria sudcoreana di farsi strada nei mercati internazionali (basti ricordare la presenza di colossi quali Daewoo e Hyundai nel campo delle autovetture, così come Samsung e LG nel campo dell’elettronica e dei computer).