La crescita del pil italiano è prevista allo 0,5% nel 2024 con un aumento moderato allo 0,9% nel 2025 e all’1,2% nel 2026. E’ quanto si legge nell’Economic Outlook pubblicato oggi dall’Ocse che nel rapporto di settembre aveva preventivato per l’Italia una crescita al ritmo dello 0,8% quest’anno e dell’1,1% il prossimo. A maggio le stime erano state per un +0,7% nel 2024 e un +1,2% nel 2025.
Per quanto riguarda il rapporto debito/pil, le stime sono per un 135,2% nel 2024, un 134,3% nel 2025 e un 133,2 nel 2026. Il deficit è visto al 2,3% quest’anno, poi 2,2% e 2%.
«La forte disinflazione registrata negli ultimi trimestri, combinata con solidi incrementi salariali – si legge nel rapporto – dovrebbe sostenere i consumi, mentre condizioni finanziarie più favorevoli e l’attuazione di investimenti pubblici legati ai fondi del Next Generation Eu stimoleranno la formazione di capitale. I rischi per le prospettive economiche sono sostanzialmente equilibrati. Sul lato negativo, una contrazione più marcata del previsto degli investimenti residenziali, causata dal graduale ritiro dei crediti d’imposta edilizi, e una domanda di esportazioni più debole dovuta a una crescita rallentata nell’area dell’euro potrebbero pesare sulle prospettive. Al contrario, un aumento degli investimenti pubblici legati al Pnrr superiore alle aspettative potrebbe rafforzare la performance economica. I costi di finanziamento per famiglie e imprese sono destinati a diminuire con l’allentamento della politica monetaria nell’area euro. Tuttavia, l’effetto positivo su consumi e investimenti delle famiglie sarà mitigato da un orientamento fiscale moderatamente restrittivo nel periodo 2025-2026. Il consolidamento fiscale previsto, volto a rendere più sostenibili le finanze pubbliche nel medio termine, cerca di bilanciare la prudenza fiscale con il mantenimento del dinamismo economico, ma ulteriori misure saranno necessarie nel 2026 per raggiungere questi obiettivi. L’attuazione tempestiva del Pnrr, in particolare l’incremento degli investimenti pubblici, dovrebbe sostenere l’attività economica sia nel breve che nel medio termine».