Shell e Equinor uniranno le loro attività nel Mare del Nord britannico per formare quella che è destinata a diventare la più grande compagnia petrolifera e del gas del bacino ormai obsoleto, hanno affermato le due società.
La joint venture al 50-50, che avrà sede ad Aberdeen, in Scozia, metterà in comune le risorse e le spese delle aziende e taglierà i costi per aumentare la redditività delle attività.
Equinor porterà inoltre ingenti risparmi fiscali, mentre la maggiore produzione di petrolio e gas di Shell offrirà all’impresa un flusso di cassa più elevato man mano che svilupperà nuovi giacimenti, tra cui il gigantesco progetto petrolifero di Rosebank.
Si prevede che la produzione complessiva salirà a 200.000-220.000 barili di petrolio equivalente al giorno (boed) nei prossimi cinque anni, rispetto agli oltre 140.000 del 2025, man mano che i progetti entreranno in funzione.
La Shell è stata un’azienda pioniera nel Mare del Nord: ha iniziato a produrre gas nel giacimento di Leman nel 1968, tre anni prima di scoprire il giacimento petrolifero di Brent, che è diventato uno dei giacimenti più importanti del bacino e ha dato il nome al punto di riferimento mondiale del petrolio.
La nuova entità sarebbe il più grande produttore indipendente del Mare del Nord britannico, ma non c’è alcuna intenzione di effettuare un’offerta pubblica iniziale, ha detto ai giornalisti Zoe Yujnovich, direttrice di Shell Upstream, aggiungendo che la JV genererà il proprio debito.
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