Ricostruzione protesica fissa e mobile, impianti e cure articolate, tutto concentrato in 10 giorni. Allettati dalle pubblicità sui social e da costi contenuti, anche tre volte più bassi rispetto all’Italia, ma anche dall’incredibile rapidità degli interventi, ogni anno circa 200mila italiani fanno le valigie per andare in Albania, Croazia, Romania, Turchia o altri Paesi per curarsi i denti.
Un trend in aumento, stando ai dati del report Osservatorio Compass sul turismo odontoiatrico, secondo cui il 36% degli italiani sarebbe disposto ad andare oltre confine per protesi, impianti e terapie parodontali, ma purtroppo in 1 caso su 3 al rientro compaiono problemi che rendono necessario un nuovo intervento, vanificando il risparmio e le cure.
A segnalare il trend e i numeri sono gli esperti della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP): il nostro Paese è nella top ten dei migliori al mondo per le cure parodontali e le competenze sulle malattie gengivali, stando all’analisi delle pubblicazioni scientifiche degli ultimi dieci anni.
Stando ai dati raccolti dall’Osservatorio Compass, il 36% degli italiani sarebbe disposto a curarsi all’estero e la percentuale sale al 77% in chi ha già provato l’esperienza. Chi non si fida teme un errore o ha dubbi sulla qualità delle cure.
Gli esperti della British Dental Association qualche tempo fa avevano intervistato i dentisti inglesi scoprendo che il 94% di loro aveva trattato pazienti che si erano rivolti all’estero per cure dentali; nel 60% dei casi gli eventi avversi erano gravi, per esempio si erano verificate infezioni o ascessi.
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Si stima che ci sia un 20% di casi in cui si utilizzano materiali scadenti o non conformi, un altro 15% di casi in cui le protesi non sono funzionali o sono adattate in fretta e furia, o magari ancora funzionano, ma i tessuti di supporto sono infetti.
Spesso, come spiegato dagli esperti, infatti, si interviene mettendo impianti, ponti o corone senza pensare a curare i tessuti di supporto e senza prima risolvere infiammazioni, granulomi o altri problemi.
Tutto questo compromette la salute orale, che invece viene tutelata se i pazienti si affidano a odontoiatri italiani che eseguono una diagnosi precoce, programmano un trattamento in fasi corrette e consequenziali, garantiscono l’impiego di materiali di qualità.
Adottare la soluzione più veloce e a basso costo non è sinonimo di sicurezza, né di reale risparmio.
Parlamento Europeo: Dibattito legislativo per regolamentare il fenomeno e informare i cittadini
Le cure dentali low cost, concentrate in pochi giorni, con offerte ‘tutto compreso’ verso Paesi extra Ue, stanno spopolando negli ultimi anni. Come abbiamo visto sono 200 mila gli italiani che, lo scorso anno, hanno optato per il ‘turismo dentale’ scegliendo di curarsi i denti all’estero a causa dei costi spesso elevati.
Un fenomeno in crescita che pone però dei seri rischi per la salute, tanto che Fratelli d’Italia (FdI) ha posto la questione all’esame del Parlamento europeo.
L’obiettivo è avviare un dibattito legislativo per fissare standard minimi di sicurezza per le cure odontoiatriche nei Paesi extra europei e informare i cittadini sui rischi cui possono andare incontro.
FOTO: dentista paziente
Le cure dentali pesano sempre di più sul portafoglio degli italiani, e questo ha determinato negli ultimi anni una impennata del turismo dentale alla ricerca di interventi – dalle protesi agli impianti – a prezzi concorrenziali.
«Anche se un paziente su tre si trova poi con la bocca da rifare dopo 3-6 mesi e con costi triplicati», conferma la Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP).
È l’Albania, con circa 50 mila italiani ogni anno, la meta più gettonata per il turismo dentale, seguita da Croazia, Romania e Turchia, ma molto spesso al rientro in Italia serve intervenire di nuovo per rimediare a errori o eventi avversi. Nel 60% dei casi si tratta di problemi gravi, come infezioni, ascessi o difficoltà a masticare, che fanno saltare protesi e impianti e impennare i costi delle nuove cure.
Rischi e compromessi del turismo dentale
L’Albania emerge come la destinazione principale per il turismo dentale fra gli italiani, attirando circa 50.000 visitatori all’anno per trattamenti odontoiatrici, seguita da Croazia, Romania e Turchia. Tuttavia, si registra una preoccupante tendenza: in oltre un terzo dei casi, i pazienti necessitano di ulteriori interventi correttivi al rientro in Italia a causa di complicazioni o errori nelle cure ricevute all’estero, manifestatesi entro un periodo di 3-6 mesi.
Queste problematiche, che interessano il 60% dei pazienti e includono infezioni, ascessi e difficoltà masticatorie, possono compromettere la durata di protesi e impianti, oltre a incrementare significativamente i costi delle cure dentali, annullando di fatto il vantaggio economico iniziale.
Esperti hanno sollevato l’allarme su questa questione. Hanno sottolineato che, nonostante la ricerca di soluzioni più economiche all’estero, la qualità delle cure dentali in Italia rimane tra le migliori a livello mondiale, evidenziando l’importanza di considerare attentamente i potenziali rischi legati al turismo dentale.
Questa tendenza è alimentata da campagne pubblicitarie efficaci sui social media e si inserisce in un contesto di crescente interesse per il turismo dentale, come evidenziato dal report dell’Osservatorio Compass, secondo il quale il 36% degli italiani considera l’opzione di cercare cure dentali all’estero per protesi, impianti e trattamenti parodontali.
Nonostante l’attrattiva economica, tuttavia, si stima che un terzo dei pazienti sperimenti complicazioni al rientro, necessitando di ulteriori interventi che spesso annullano i benefici economici iniziali.
Per mitigare questi rischi e contenere le spese a lungo termine, diventa fondamentale l’accesso a diagnosi tempestive, protocolli dettagliati e cure di alta qualità, aspetti in cui l’Italia eccelle, posizionandosi tra i primi dieci paesi al mondo per competenze in terapie parodontali.
Gli specialisti della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP) evidenziano che l’Italia si classifica tra i primi dieci paesi a livello mondiale per l’eccellenza nelle cure parodontali e nella gestione delle patologie gengivali, basandosi sull’analisi delle pubblicazioni scientifiche dell’ultimo decennio.
Nonostante questo primato, un numero crescente di italiani è attratto dall’opportunità di risparmiare sui costi delle cure dentali, orientandosi prevalentemente verso l’Albania come destinazione di scelta.
Il fenomeno del turismo dentale: La prima scelta è l’Albania
Si chiama turismo dentale e comunemente con questa espressione si intende il semplice risparmio economico sulle cure dentali offerte da molti paesi europei e d’oltreoceano, ma è un fenomeno che va analizzato sotto vari aspetti.
È importante scegliere cliniche odontoiatriche che garantiscano elevati standard professionali e medici dentisti professionisti. Risparmiare denaro sulle cure dentali è lecito, ma il paziente deve restarne soddisfatto e soprattutto risolvere i propri problemi dentali.
In Albania il fenomeno del turismo dentale esiste da molti anni.
Il costo delle cure dentali in Albania
L’Albania è diventata una destinazione perfetta per il turismo dentale sia per i suoi prezzi convenienti sia per i trattamenti medici di elevata qualità che riesce a offrire.
Dentisti a basso costo e cure dentali low cost: il paziente, grazie alle ricerche nel web può scegliere la clinica odontoiatrica che preferisce: a parità di prezzo, deve offrire cure dentali che rispettino gli standard imposti dall’Unione Europea per garantire la massima sicurezza per la salute dei pazienti.
Perché i prezzi delle cure dentali in Albania sono più convenienti? Tutti vogliono risparmiare, ma allo stesso tempo voglio garanzie e cure dentali della stessa qualità del proprio paese.
In Albania si può effettivamente risparmiare fino al 60% sui trattamenti odontoiatrici rispetto agli altri paesi occidentali.

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La differenza di prezzo dei vari servizi odontoiatrici come: protesi dentali, impianti dentali, ecc. è tale da far pensare che i bassi costi siano una conseguenza della bassa qualità del servizio odontoiatrico offerto e dei materiali e dei farmaci usati.
Anche con materiali usati identici a quelli utilizzati in Italia, come anche gli strumenti e i farmaci e i metodi di lavoro, a Tirana i prezzi sono decisamente più bassi.
La questione sembra essere legata ai costi più convenienti da sostenere: l’affitto di locali commerciali a Tirana costa notevolmente di meno per metro quadrato rispetto a città come Roma e Milano. Lo stipendio medio di un medico dentista a Tirana è anche 10 volte inferiore a quello di un dentista italiano. E lo stesso discorso si estende alle spese per l’elettricità, l’acqua e il riscaldamento e così anche a quelle amministrative e pubblicitarie.
In generale in Albania si ha una tassazione agevolata rispetto all’Italia e questo permette di ottenere costi più economici per le cure dentali.
Cure odontoiatriche: sempre più italiani rinunciano per motivi economici
Un quinto degli italiani ha rimandato o cancellato le cure dentali negli ultimi due anni per motivi economici e tre su dieci non vanno regolarmente dal dentista per un controllo.
L’inchiesta Altroconsumo, che ha coinvolto più di mille cittadini, mostra la difficoltà degli italiani nell’affrontare la spesa per le cure odontoiatriche e come fondi sanitari e assicurazioni non li aiutino. Manca anche la cultura della prevenzione.
Le cure dentistiche sono costose e completamente a carico di noi cittadini visto che il Servizio sanitario nazionale non è in grado di coprirle e le sostiene solo in parte per le fasce più deboli della popolazione.
Negli ultimi due anni un quinto degli italiani ha rimandato o cancellato le cure dal dentista per motivi economici. Non solo.
Tre italiani su dieci non vanno regolarmente dal dentista per un controllo, nemmeno una volta l’anno, nella maggior parte dei casi per motivi economici.
Interessante notare che chi ha un’assicurazione che copre le cure dentistiche (fondo sanitario integrativo o polizza assicurativa privata), il 15% degli intervistati, non va più spesso dal dentista. Forse perché la copertura è insoddisfacente visto che tre italiani su dieci non sono soddisfatti dei rimborsi che ricevono sia per l’importo sia per il tempo necessario a ottenerli, così come della gestione amministrativa e più in generale del contratto di assicurazione.

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La fotografia di Altroconusmo mostra che l’assicurazione copre poco, sia in termini di prestazioni odontoiatriche sia in entità dei rimborsi, ma spesso impone di andare da un dentista convenzionato e gli italiani, come è comprensibile, preferiscono affidarsi a un professionista di fiducia e, quindi, restano scoperti oppure sono costretti a pagare una franchigia più alta.
Infatti, il 46% degli italiani sceglie il dentista con cui ha già avuto un’esperienza precedente e solo il 4% perché convenzionato con l’assicurazione.
Dall’inchiesta Altroconsumo emerge come nella maggior parte dei casi sia la motivazione economica a spingere gli italiani a non fare controlli regolari dal dentista, ma c’è anche un 35% che dichiara di non ritenerli necessari.
Questo dato mostra una scarsa consapevolezza dell’importanza della prevenzione e di quanto la salute orale sia importante per lo stato di salute generale.
Solo con controlli regolari (almeno una volta all’anno) possiamo intercettare i problemi e risolverli senza dover ricorrere a grossi interventi.
Così, oltre a mantenere in salute la nostra bocca, anche il portafoglio ne beneficia perché non dobbiamo sederci sulla poltrona del dentista per cure protesiche o otturazioni. Più ci si cura meno si spende. Infatti, il 24% di chi ha rimandato o cancellato la visita dal dentista ha peggiorato il problema.