La banca centrale russa ha mantenuto il suo tasso di interesse chiave al 21%, sorprendendo il mercato che invece si aspettava un aumento di 2 punti percentuali.
La decisione è arrivata un giorno dopo che il Presidente Vladimir Putin, in una telefonata a livello nazionale, ha chiesto pubblicamente una decisione “equilibrata” da parte della banca, che deve gestire gli effetti inflazionistici della militarizzazione dell’economia a causa del conflitto in Ucraina.
L’inflazione è al 9,5%, molto al di sopra dell’obiettivo del 4%. Ma la banca centrale ha detto che la sua politica monetaria restrittiva ha già rallentato i prestiti e smorzato la domanda interna. Valuterà la necessità di un rialzo nella prossima riunione del 14 febbraio.
L’inflazione è stata alimentata dalle spese militari e da una spirale salariale, nonché da episodi di debolezza del rublo, compreso un crollo di circa il 15% rispetto al dollaro a novembre, quando le sanzioni statunitensi hanno interrotto i pagamenti per l’energia russa.
L’economia russa in tempo di guerra, limitata dalle sanzioni occidentali e dalla perdita di uomini in età da combattimento, sta correndo al limite delle sue capacità, con una crescita prevista del 4% nel 2024.