L’amministrazione Biden ha annunciato oggi un’indagine commerciale sui semiconduttori “legacy” di produzione cinese, che potrebbe imporre ulteriori tariffe statunitensi sui chip provenienti da Pechino. L’ufficio del Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti, che condurrà la nuova indagine, ha dichiarato che l’obiettivo è quello di proteggere i produttori di chip americani.
Il presidente uscente ha già imposto una tariffa statunitense del 50% sui semiconduttori cinesi a partire dal 1° gennaio. La sua amministrazione ha inasprito i limiti alle esportazioni di chip avanzati di intelligenza artificiale e di memoria e di attrezzature per la produzione di chip in Cina e ha anche recentemente aumentato le tariffe al 50% sui wafer solari e sul polisilicio cinesi.
Il segretario al Commercio degli Stati Uniti, Gina Raimondo, ha dichiarato che la ricerca del suo dipartimento mostra che due terzi dei prodotti statunitensi che utilizzano chip contengono semiconduttori di origine cinese e che la metà delle aziende statunitensi non conosce l’origine dei loro chip, compresi alcuni prodotti dell’industria della difesa.
E’ da tempo che va avanti la battaglia tecnologica tra Usa e Cina. Se gli Stati Uniti confermano la loro leadership, la Cina copre il 38% della domanda di assemblaggio, imballaggio e collaudo. Il ché la rende una pedina altrettanto essenziale in tutta la catena. Fornitori esclusivi sul mercato mondiale sono Taiwan (con TSMC) e la Corea del Sud (con Samsung) rispettivamente con il 90% e il 10% delle tecnologie più avanzate. Ma la Cina punta a diventare leader nel settore ed è per questo che sta accelerando gli investimenti per fabbricare autonomamente i propri prodotti.
Nonostante i dissapori una delle poche aree di continuità tra l’amministrazione di Biden e quella di Trump saranno le tariffe sulla Cina. Biden ha mantenuto in vigore tutti i dazi sulle importazioni cinesi imposti da Trump e ne ha aggiunti altri, tra cui i dazi del 100% sui veicoli elettrici di produzione cinese, nel tentativo di tenerli fuori dal mercato statunitense.
Intanto la risposta di Pechino non è tardata ad arrivare. Il ministero del Commercio cinese ha promesso di adottare tutte le misure necessarie per salvaguardare i propri diritti e interessi in risposta all’indagine degli Stati Uniti sull’industria cinese dei semiconduttori. «L’indagine avrà ripercussioni sulle catene di fornitura di chip a livello globale e danneggerà gli interessi delle imprese e dei consumatori statunitensi», si legge nel comunicato del ministero.