Si è fatto un gran parlare del canone Rai 2025: è stata una diatriba tutta interna alle forze politiche e che ha creato malumori anche tra i partiti dell’attuale maggioranza di governo.
Il canone Rai resta un obolo che divide gli italiani: per tanti andrebbe abolito, per i restanti andrebbe ridotto. Se eliminarlo è un’opzione mai davvero perseguita, c’è chi ha provato ad abbassarne il costo.
Il taglio dell’imposta – dagli attuali 90 euro a 70 euro – non ha avuto decorso positivo, l’importo per il 2025 torna a essere di 90 euro: la Lega ha presentato un emendamento, avallato da Fratelli d’Italia, col quale si chiedeva di confermare i 70 euro dell’anno che volge al termine: Forza Italia ha votato con i partiti di opposizione.
Risultato? Emendamento respinto con 12 voti a 10 e niente taglio del canone. Ciò nonostante, alcune categorie godranno di un’esenzione, anche se dovranno essere gli utenti a farsi carico di richiederla agli enti preposti.
Nel 2025 l’imposta tornerà alla quota originaria di 90 euro. Se sullo sfondo rimane la prospettiva di arrivare gradualmente alla sua rimozione (la Lega ha proposto l’abolizione della “tassa sulla televisione” entro cinque anni), per l’anno che verrà non ci sarà altro modo che versare quanto previsto nelle casse dello Stato.
Il pagamento avviene, come già accaduto negli ultimi anni, attraverso l’accredito sulla bolletta della fornitura elettrica: verrà spalmato l’importo per i primi dieci mesi dell’anno (quindi nove euro mensili), e la misura investirà coloro che hanno sottoscritto un’utenza di fornitura di energia elettrica.
Non è più possibile versare l’intero importo tramite bollettino postale, come avveniva fino a pochi anni fa, poiché gli avvisi arriveranno sempre attraverso le comuni bollette cartacee o ricevute in formato online.
Ci sono diverse fasce e categorie che sono state esentate del tutto o in parte dal pagamento del canone Rai 2025. A cominciare da coloro che compiranno 75 anni entro il 31 gennaio 2025 e hanno un reddito imponibile che non superi gli 8.000 euro annui (la misura vale anche per chi ha un convivente a carico, ma che non sia un figlio).
Qualora dovessero compire 75 anni tra il 1° febbraio e il 31 luglio, pagherebbero la quota per un solo semestre (quindi 45 euro). Esentati dal pagamento sono pure i diplomatici e i militari stranieri attualmente in servizio in Italia.
Oltre a queste categorie, l’esenzione riguarda anche coloro che non detengono un apparecchio televisivo nella propria abitazione. Chiunque rientri in una di queste categorie, può presentare una dichiarazione sostituiva che attesti i requisiti per non corrispondere il canone per l’anno di imposta selezionato.
Se la presentazione della richiesta è stata fatta negli anni scorsi e non ci sono ulteriori novità, la stessa è da considerarsi già recepita da parte dell’Agenzia delle Entrate, che pertanto è a conoscenza dei motivi per i quali il cittadino è esente.
Nel caso opposto, ovvero quello per cui tale diritto venisse meno (per un aumento del reddito o per l’acquisto di un apparecchio), saranno ancora gli utenti a farsi carico di presentare una dichiarazione di variazione.
Le dichiarazioni di esenzione o variazione possono essere inviate a mezzo posta ordinaria tramite plico raccomandati alla direzione provinciale di Torino dell’Agenzia delle Entrate (Ufficio Canone TV: casella posta 22, 10121 Torino) allegando copia di un documento di riconoscimento.
Una seconda modalità è quella di scrivere tramite posta certificata all’indirizzo [email protected]; terzo modo, consegnando a mano la documentazione, in un qualsiasi ufficio territoriale dell’Agenzia delle Entrate.