L’attività manifatturiera della Malesia è rimasta in contrazione nel dicembre 2024 ed è scivolata ad un ritmo più veloce rispetto al mese precedente, toccando un minimo di otto mesi, ha detto S&P Global in un rapporto pubblicato oggi.
L’indice destagionalizzato S&P Global Malaysia Manufacturing Purchasing Managers’ Index è scivolato a 48,6 punti a dicembre da 49,2 a novembre. Le letture superiori a 50 indicano un’espansione, mentre quelle inferiori a 50 segnalano una contrazione.
I nuovi ordini sono diminuiti ulteriormente, poiché la domanda è rimasta bassa. Di conseguenza, la produzione è diminuita ad un ritmo modesto e l’occupazione è scesa per il terzo mese consecutivo.
Guardando al futuro, i produttori malesi sono convinti che la produzione aumenterà nei prossimi 12 mesi.
Ricordiamo che la Malesia si può considerare una delle economie più aperte ed in espansione del sud-est asiatico, come dimostra il crescente flusso di investimenti provenienti in primis dai Paesi dell’Asia orientale (in particolare Cina, Indonesia, Giappone, Singapore e Corea) ma in misura crescente anche da Stati Uniti e Paesi UE. L’economia vanta due primati mondiali assoluti e ben consolidati: quello della produzione di caucciù, il cui volume annuo si avvicina alla metà del volume complessivo mondiale, e quello della produzione di stagno, anch’esso quasi la metà del totale mondiale. Lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi del Sarawak e del Sabah ha consentito l’autosufficienza energetica del paese (logicamente in rapporto al suo limitato sviluppo industriale). Tra le attività più produttive ricordiamo la coltura, soprattutto quella del riso, seguono poi la manioca, il mais, le patate e le patate dolci, i frutti tropicali, soprattutto l’ananas, caffè, cacao, arachidi, palme da cocco, palme da olio, pepe e altre spezie. I principali giacimenti di stagno si trovano nel Perak, nel Johor, nel Pahangh e presso Kuala Lumpur. Altre risorse minerarie sono i minerali di ferro, oro, bauxite, manganese e tungsteno.