I prezzi al consumo in Cina sono aumentati appena nel 2024, mentre i prezzi alla fabbrica hanno registrato un secondo anno consecutivo di calo, come hanno mostrato i dati ufficiali oggi, appesantiti da una domanda interna persistentemente debole.
Una combinazione di precarietà lavorativa, una prolungata crisi immobiliare, debiti e minacce tariffarie da parte della nuova amministrazione del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump ha colpito la domanda, nonostante Pechino stia intensificando gli stimoli.
L’indice dei prezzi al consumo (CPI) annuo è aumentato dello 0,2%, come mostrano i dati dell’Ufficio nazionale di statistica, in linea con il ritmo dell’anno precedente e ben al di sotto dell’obiettivo ufficiale di circa il 3% per l’anno scorso, il che suggerisce che l’inflazione ha mancato gli obiettivi annuali per il 13° anno consecutivo.
A dicembre l’indice dei prezzi al consumo è salito dello 0,1% anno su anno, rallentando rispetto all’aumento dello 0,2% di novembre e al ritmo più debole da aprile. Ciò era in linea con le previsioni di un sondaggio tra gli economisti.
L’inflazione di fondo, che esclude i prezzi volatili di cibo e carburante, è leggermente aumentata allo 0,4% il mese scorso, rispetto allo 0,3% di novembre, il livello più alto degli ultimi cinque mesi.
L’indice dei prezzi alla produzione della Cina è sceso al 2,3% su base annua nel dicembre 2024 dal 2,5% del mese precedente, secondo i dati di giovedì dell’Ufficio Nazionale di Statistica. L’indice è stato più lento rispetto alle stime del mercato che prevedevano un calo del 2,4%. I prezzi alla fabbrica sono rimasti deflazionistici per 27 mesi consecutivi.