Il premier italiano Giorgia Meloni ha dichiarato di non aver mai discusso con Elon Musk un potenziale accordo per utilizzare il suo Starlink per fornire comunicazioni sicure all’esercito. Lo ha fatto rispondendo ad una domanda di un giornalista alla conferenza stampa nell’aula dei Gruppi parlamentari della Camera dei deputati, organizzata dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e dall’Associazione stampa parlamentare.
La Meloni, che ha un buon rapporto con Musk, ha ribadito ancora una volta che “l’interesse nazionale è l’unica lente attraverso la quale giudica gli investimenti internazionali“.
Per un valore di 1,5 miliardi di euro (1,6 miliardi di dollari) e per un periodo di cinque anni, il progetto è stato aspramente criticato dai partiti dell’opposizione, che si sono chiesti se la gestione di tali comunicazioni dovesse essere affidata a una società di Musk. «Siamo semplicemente nella fase investigativa, ed è per questo che non capisco tutte le accuse che sono state fatte – ha spiegato la premier. – Personalmente non ho nemmeno le idee chiare su questo argomento. Il problema di SpaceX è il fatto che sia un’azienda privata o le idee politiche di Elon Musk?».
La Meloni ha parlato anche di politica estera. «Sono fiera della concretezza che il Piano Mattei sta dimostrando. I progetti sono tutti già avviati. Internazionalizzare ed europeizzare il piano sono gli obiettivi che voglio portare a termine nel 2025. Un altro scopo sarà quello di ampliare il Piano Mattei anche ad altri Paesi oltre l’Africa, ovvero a Angola, Ghana, Mauritania, Tanzania e Senegal».
In merito alla domanda se parteciperà all’insediamento di Trump il prossimo 20 gennaio la premier non ha datao una risposta chiara. Si è limitata a dire che le farebbe molto piacere ma dipende dagli impegni in agenda.
Non è mancata una domanda sul tema del lavoro: «Il governo ha fatto molto, ma non si fai mai abbastanza. Molti dati sono incoraggianti come l’ultimo dato sulla disoccupazione che scende ai minimi storici da quando vengono registrate le serie. Noi andiamo avanti con la strada tracciata e cioè concentrare risorse sui salari e sulle aziende che assumono. Per quello che riguarda le crisi industriali noi abbiamo pensato ad esempio all’ires premiale che pone come condizione il mantenimento dei livelli occupazionali. I nostri incentivi sono legati sempre al mantenimento dei livelli occupazionali».