Dal 2025 le famiglie italiane hanno la possibilità di escludere dal calcolo dell’Isee i titoli di Stato fino a un massimo di 50.000 euro. La Meloni ha firmato il Dpcm relativo alle “modifiche al decreto del presidente del consiglio dei ministri 5 dicembre 2013, n. 159, che fissa le regole per la revisione delle modalità di determinazione e i campi di applicazione dell’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee)“.
Tra le principali novità del decreto c’è l’esclusione dalla determinazione dell’Isee fino ad un massimo di 50.000 euro del valore dei titoli di Stato e dei prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato, come i buoni fruttiferi postali e i libretti di risparmio postale.
Inoltre, per i nuclei familiari aventi tra i componenti persone con disabilità o non autosufficienti, sono esclusi dal computo del reddito di ciascun componente del nucleo familiare i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, comprese le carte di debito, a qualunque titolo, percepiti da amministrazioni pubbliche in ragione della condizione di disabilità.
«L’Italia dovrà pagare minori interessi sul debito pubblico rispetto a quanto preventivato e questo è il risultato della credibilità del Governo – ha spiegato la Meloni. – Ci sono due buone notizie sull’efficacia dell’azione di governo. La prima riguarda i conti pubblici e mi riferisco ai minori interessi che dovremo sostenere sui nostri Titoli di Stato. L’Ufficio parlamentare di bilancio ha calcolato poi che risparmieremo 10,4 miliardi di euro nel biennio 2025/26 rispetto a quanto avevamo previsto nel Def dell’aprile 2024 (diventano 21 considerando anche il 2027)”. Questo è un risultato frutto della credibilità e dell’affidabilità del Governo, ribadita anche con la legge di bilancio che abbiamo varato da poco. Dobbiamo essere fieri perché i miliardi risparmiati sono miliardi in più da spendere nella sanità, nella scuola, nel sostegno dei redditi più bassi” è “un cambio di passo radicale rispetto alle scelte irresponsabili del passato».