L’economia cinese ha registrato nel 2024 un incremento del Pil del 5%, uno dei più bassi degli ultimi decenni al netto del periodo della pandemia del Covid-19, a causa delle difficoltà del settore immobiliare, i consumi stagnanti e l’ombra dei dazi prospettati da Trump.
Il dato, tuttavia, è in linea con il target ufficiale governativo “intorno al 5%” annunciato lo scorso marzo, ma è più basso del 5,2% del 2023.
Il risultato del 2024 ha confermato la stima del presidente Xi Jinping espressa nel suo discorso di Capodanno, in cui ha rimarcato che l’economia è cresciuta “di circa il 5%” lo scorso anno, sulla base delle nuove strategie volute dal leader perché il Pil dipenda meno dalle vendite immobiliari e maggiormente dalla produzione di alta fascia.
Nelle ultime settimane la Banca centrale cinese (Pboc) ha indicato che nel 2025 implementerà ulteriori tagli dei tassi, parte di un cambio strategico dalla posizione di politica monetaria “moderatamente accomodante”. E sono attese anche azioni concrete per sostenere i consumi e contrastare il rischio deflazione e il fattore Trump.
Il tasso di disoccupazione urbana rilevato in Cina è salito leggermente al 5,1% nel dicembre 2024 dal 5% del mese precedente, secondo i dati dell’Ufficio Nazionale di Statistica pubblicati oggi.
Il tasso di disoccupazione urbano nazionale rilevato per l’intero anno si è attestato al 5,1%, in calo rispetto al 5,2% del 2023.