Secondo quanto dichiarato dal governatore della Banca d’Israele Amir Yaron l’inflazione, che ha raggiunto il 3,2% a dicembre, è “ancora al di sopra del nostro obiettivo, che è compreso tra l′1% e il 3%”. Un elemento determinante è rappresentato anche dal conflitto con Hamas come confermato anche da agenzie di rating come Fitch e Moody’s secondo cui l’accordo di cessate il fuoco recentemente concordato ridurrà i rischi al ribasso per l’economia israeliana e attenuerà i suoi rischi di credito.
Intanto il governatore ha delineato da uno a due potenziali tagli dei tassi nella seconda metà del 2025.
“Ci aspettiamo che [l’inflazione] … nella prima metà dell’anno aumenti, in parte a causa delle tasse e in parte perché, con la ripresa, stiamo assistendo a una domanda che si muove più velocemente dei vincoli dell’offerta”, come quelli del mercato del lavoro, ha affermato aggiungendo “nella seconda metà, speriamo che [l’inflazione] si riequilibra, si moderi”, ha detto Yaron. “Stiamo vedendo uno o due tagli fattibili nella seconda metà dell’anno, poiché si suppone che l’inflazione entri nell’obiettivo”.