L’anagrafe delle imprese italiane vede un 2024 positivo, con un saldo tra aperture e chiusure di +36.856 unità.
Bene le nuove iscrizioni (322.835) ma resta il dato pesante delle cessazioni (285.979 cessazioni) che porta il tasso di crescita a +0,62% (contro +0,70% del 2023).
Evidenti le difficoltà per i tassi di natalità delle imprese che in 478 Comuni sono rimasti fermi per mancanza di nuove realtà. La conferma arriva dai dati Movimprese sull’andamento della demografia delle imprese nel 2024, elaborati da Unioncamere e InfoCamere sulla base del Registro delle imprese delle Camere di commercio.
“Oltre all’aspetto della denatalità di impresa di alcuni territori, un andamento che crea disparità tra le nostre regioni”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, “vanno valutate ed approfondite le cause che stanno portando a una riduzione della base imprenditoriale di alcuni settori cardine della nostra economia, come il commercio, l’agricoltura e il manifatturiero. Positiva invece la crescita di diversi comparti dei servizi, a partire dalle Attività professionali scientifiche e tecniche”.