Cala il sipario sull’edizione 2025 del World Economic Forum di Davos, in chiusura oggi, un appuntamento che ha riunito oltre 3.000 leader globali, tra cui 60 capi di Stato e di governo, insieme a rappresentanti di aziende, ONG e accademici provenienti da oltre 130 paesi.
Tornano a parlare in chiusura del Forum due ospiti dei giorni scorsi: la presidente della Bce Christine Lagarde e la direttrice generale del Fondo monetario internazionale Kristalina Georgieva. Insieme presentano il Global Economic Outlook.
«L’Europa deve rispondere alle sfide del momento che rappresentano sia un rischio ma anche un’opportunità – ha detto Lagarde. – Sono nella settimana precedente la riunione di politica monetaria quindi mi limiterò a sottolineare i punti di forza dell’Europa che ha un rapporto debito/Pil in media dell’80%, un deficit al 3% e un’inflazione al 2,4%. C’è una forte fiducia che l’inflazione scenderà invece di salire. I tassi di interesse sono al 3%. L’Europa ha un’enorme quantità di talento e risparmi, ma serve una grande sveglia per agire. Se i leader europei collaborano e rispondono alle minacce esterne, c’è un enorme potenziale per reagire con successo».
Perché negli Stati Uniti la crescita è così forte mentre in Europa è inferiore? La differenza principale risiede nella produttività. Gli Stati Uniti stanno avanzando perché i mercati dei capitali allocano denaro verso aziende dinamiche e perché gli Stati Uniti dispongono di energia abbondante e relativamente economica. Negli altri paesi, invece, la produttività è stagnante o ha registrato una crescita bassissima dopo la pandemia. Questo il pensiero della direttrice generale del Fmi, Kristalina Georgieva. «Il mondo sta cambiando molto rapidamente: siamo in una grande fase di trasformazione e il denaro si dirige verso dove può fare la differenza – ha spiegato. – Al momento, questo significa Stati Uniti. Se i paesi vogliono progredire, devono creare opportunità per gli imprenditori. L’Europa, in particolare, ha bisogno di mercati dei capitali profondi e di un vero mercato unico. Gli Stati Uniti hanno una cultura della fiducia, mentre in Europa prevale la modestia».
Secondo la responsabile i responsabili politici globali hanno compiuto notevoli progressi nell’affrontare l’inflazione senza indurre una recessione ma ancora non è sconfitta del tutto.