Come previsto la Bce ha annunciato oggi un ulteriore taglio dei tassi di interesse in quella che diventa la quinta riduzione da quando la banca centrale ha iniziato ad allentare la politica monetaria a giugno dell’anno scorso.
Il taglio è di 25 punti base, portando il tasso chiave al 2,75%. Ulteriori tagli dei tassi sono stimati nel corso dell’anno.
I tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale scendono dunque rispettivamente al 2,75%, al 2,90% e al 3,15%.
La BCE sta lottando per bilanciare una riaccelerazione dell’inflazione nell’area euro negli ultimi mesi con una crescita economica lenta nella regione. L’inflazione principale nell’euro è salita per il terzo mese consecutivo al 2,4% a dicembre , dopo essere scesa al di sotto dell’obiettivo del 2% diversi mesi prima. Ci si aspettava una ripresa dell’inflazione, poiché gli effetti base dei prezzi energetici più bassi sono man mano svaniti.
«L’inflazione interna rimane elevata, soprattutto perché i salari e i prezzi in alcuni settori si stanno ancora adeguando all’impennata dell’inflazione passata con un ritardo sostanziale – ha aggiunto la BCE. – Ma la crescita dei salari si sta moderando, come previsto, e i profitti stanno parzialmente tamponando l’impatto sull’inflazione. Le recenti riduzioni dei tassi di interesse rendono gradualmente meno onerosi i nuovi prestiti a imprese e famiglie. Al tempo stesso, le condizioni di finanziamento continuano a essere rigide, anche perché la politica monetaria rimane restrittiva e i passati rialzi dei tassi di interesse si stanno ancora trasmettendo ai crediti in essere. L’economia sta ancora affrontando circostanze avverse, ma l’aumento dei redditi reali e il graduale venir meno degli effetti della politica monetaria restrittiva dovrebbero sostenere una crescita della domanda nel corso nel tempo».
La Bce infine conferma che per “definire l’orientamento di politica monetaria adeguato, seguirà un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione“.
I responsabili politici della BCE hanno probabilmente tirato un sospiro di sollievo durante la riunione, dopo che la nuova amministrazione del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump non ha imposto tariffe commerciali generalizzate come si temeva, anche se le minacce che ha fatto hanno gettato un’ombra sulle prospettive.
Le tariffe tendono a deprimere la crescita economica e, in caso di ritorsione, ad aumentare l’inflazione, il che metterebbe in discussione i piani di allentamento della BCE. «I rischi per la crescita economica restano orientati verso il basso». Lo ha detto la presidente Christine Lagarde in conferenza stampa a Francoforte. «Il rischio di maggiori frizioni nel commercio internazionale – ha spiegato – potrebbe pesare sulla crescita dell’area dell’euro frenando le esportazioni e indebolendo l’economia mondiale. Il calo di fiducia potrebbe impedire ai consumi e agli investimenti di recuperare al ritmo atteso. Ciò potrebbe essere amplificato dai rischi geopolitici, come la guerra ingiustificata della Russia contro l’Ucraina e il tragico conflitto in Medio Oriente, suscettibili di causare interruzioni delle forniture di energia e degli scambi internazionali. La crescita potrebbe inoltre risultare inferiore se gli effetti ritardati dell’inasprimento della politica monetaria durassero più a lungo delle attese. Potrebbe invece risultare superiore se le migliori condizioni di finanziamento e il calo dell’inflazione consentissero un più rapido recupero dei consumi e degli investimenti».