L’Istat ha reso noto il nuovo paniere per il calcolo dell’inflazione. Tra i prodotti che entrano per migliorarne la rappresentatività ci sono lo speck, il pantalone corto donna, la lampada da soffitto, il topper per materasso, la camera d’aria per bicicletta, le spazzole tergicristalli, il cono gelato. Escono invece dal paniere il test sierologico anticorpi e il tampone molecolare Covid-19.
Sono 1.923 i prodotti elementari (erano 1.915 nel 2024).
«Ingressi condivisibili, ma insufficienti. Ad esempio, avevamo proposto lo scorso anno, nella consueta riunione al Mimit, di introdurre un nuovo indice, quello del corredo scolastico, o perlomeno potenziare i prodotti scolastici monitorati, visto che attualmente non vengono rilevati astucci, diari, squadre, compassi, zaini, cartelle, gomme, pennarelli e pastelli. Inoltre, speravamo che il livello di pubblicazione scendesse rispetto ai segmenti di consumo, una fascia decisamente inadeguata. E’ assurdo che siano 1.923 i prodotti elementari e poi si pubblichino le variazioni di prezzo solo dei 314 segmenti di consumo – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. – Infatti, così facendo non sappiamo i rincari di molti beni di largo consumo dalla pasta secca, simbolo del Made in Italy, al caffè al bar, dai pannolini agli stabilimenti balneari. Quanto ai pesi, spiace constatare che scende il peso della divisione Prodotti alimentari e bevande analcoliche, una spesa obbligata, per salire quello dei Servizi ricettivi e di ristorazione, un aumento che dipende solo dal buon afflusso dei turisti stranieri, visto che purtroppo il Nic è basato sui dati di Contabilità nazionale relativi ai consumi nel territorio economico e non a quelli delle sole famiglie residenti, ossia degli italiani».