Il presidente americano Donald Trump ha avvertito che presto annuncerà dazi anche contro l’Ue dopo quelli contro Canada, Messico e Cina. «Si stanno davvero approfittando di noi, abbiamo un deficit di 300 miliardi di dollari. Non ci prendono le nostre auto o i nostri prodotti agricoli, quasi nulla e noi tutti prendiamo milioni di automobili, quantità enormi di prodotti agricoli», ha spiegato alla stampa. Sul timing dei dazi, Trump ha sottolineato: «non ho un calendario ma arriverà molto presto».
«L’Unione europea deve rimanere unita per rispondere alle minacce del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di applicare dazi sui propri prodotti». Lo ha detto Carlos Cuerpo, ministro dell’Economia della Spagna.
Per il presidente della banca centrale francese François Villeroy de Galhau i dazi aumenteranno l’incertezza economica. «Guardando alle notizie economiche, ci sono alcuni elementi piuttosto positivi, si sta verificando una ripresa del potere d’acquisto… tuttavia, la decisione del signor Trump di imporre forti dazi aumenterà l’incertezza economica», ha dichiarato a France Info, aggiungendo che si tratta di uno sviluppo molto preoccupante.
Il tycoon ha annunciato che parlerà oggi con Canada e Messico della questione tariffe. «Mettiamo i dazi perché ci devono molti soldi, sono sicuro che pagheranno». Intanto i tre Paesi non sono rimasti a guardare. A poche ore dalla firma di Donald Trump sull’ordine esecutivo dei dazi, il premier canadese Justin Trudeau ha annunciato misure di ritorsione del 25% su beni statunitensi per un valore di oltre 100 miliardi di dollari, la presidente messicana Claudia Sheinbaum ha promesso una reazione proporzionata e il ministero del Commercio cinese ha dichiarato che presenterà una causa contro gli Stati Uniti presso l’Organizzazione mondiale del commercio nonché l’adozione di “contromisure corrispondenti“.
Ottawa, come la Cina, ha inoltre annunciato che farà causa agli Stati Uniti presso l’Organizzazione mondiale del Commercio. Il presidente americano per tutta risposta ha insistito sul fatto che il Canada dovrebbe diventare il 51esimo Stato americano così da ottenere “tasse molto più basse, una protezione militare di gran lunga migliore per il popolo canadese e nessun dazio“.