«I tassi di interesse della Banca centrale europea hanno margini di ulteriore calo con la moderazione dell’inflazione, ma la guerra commerciale dell’amministrazione statunitense con la Cina potrebbe avere un impatto negativo sulla zona euro», ha affermato Piero Cipollone, membro del consiglio direttivo della BCE.
Da giugno l’ente ha abbassato i costi dei prestiti cinque volte, poiché le preoccupazioni sulla crescita hanno iniziato a prevalere su quelle sui prezzi, e gli investitori prevedono almeno altri tre tagli dei tassi quest’anno nel tentativo di stimolare un’economia che fatica a riprendersi da due anni di quasi stagnazione.
Nella prima riunione del 2025 la Bce ha tagliato i tassi di 25 punti, come da attese.
Secondo Cipollone ci sono ancora margini per aggiustare al ribasso i tassi ma l’aumento dei prezzi dell’energia e le tensioni commerciali globali stanno spingendo la BCE in direzioni diverse, quindi non ha senso impegnarsi in alcuna mossa specifica per ora.
La grande incertezza riguarda la politica commerciale degli Stati Uniti, che potrebbe colpire duramente l’Europa, anche prima di qualsiasi barriera commerciale diretta nel blocco. «Quello che mi preoccupa di più è se il presidente Trump si impegna in una guerra commerciale completa con la Cina – ha aggiunto Cipollone. – Questa è una minaccia più seria perché la Cina ha il 35% della capacità manifatturiera mondiale».
Cipollone ha osservato che il mercato del lavoro sta tenendo, è probabile che i consumi rimbalzino, l’edilizia è solida, i tagli dei tassi si stanno ripercuotendo sull’economia e persino l’industria, in recessione da due anni, sta mostrando segnali di ripresa. «Potremmo non essere in piena espansione, ma non mi aspetto affatto una recessione», ha affermato.