Oramai l’ipotesi di un nuovo stadio di Milano, che vedrà nuovamente lo svolgimento delle partite sia dell’Inter sia del Milan, sta diventando sempre più realtà. Le due società presenteranno tra pochissimi giorni il progetto per San Siro e le aree limitrofe al Comune di Milano.
Un gruppo di lavoro da 50-60 persone – tra consulenti, ingegneri, progettisti, dirigenti dei club e dei loro fondi azionisti (Oaktree per l’Inter e RedBird per il Milan) – stanno operando sulla stesura dei documenti ufficiali.
Il risultato conclusivo dovrebbe essere quello di un impianto sportivo da 71.500 posti, 55 mila metri quadrati di aree verdi, spazi commerciali e un hotel, 72 mila di parcheggi sotterranei; per un investimento che può sfiore il miliardo e mezzo di euro.
Le riunioni si susseguono quotidianamente per limare i dettagli come l’inclinazione delle tribune, l’acustica e la distanza fra i seggiolini. L’obiettivo di arrivare entro un paio di settimane a definire i documenti da presentare alle autorità cittadine fra la fine di febbraio e i primi giorni di marzo, come da richiesta del sindaco Giuseppe Sala.
Il nuovo stadio San Siro potrebbe sorgere nella zona in cui adesso si trovano i parcheggi del Meazza, con un orientamento perpendicolare rispetto all’attuale struttura.
Una capienza di poco più di 70mila persone persone, di cui 13 mila dedicati alla cosiddetta “hospitality”, ovvero le poltroncine più prestigiose dedicate alle aziende e forniti di cucina e altri servizi di intrattenimento.
Nuovo San Siro: qual è il progetto di Milan e Inter
Stando alle prime bozze del progetto, l’accesso allo stadio dovrebbe avvenire attraverso un “podio”, una struttura coperta che attornierà l’impianto, sostituendo cancelli e tornelli.
Per quanto riguarda il design della struttura non si esclude l’indizione di una gara, con l’incarico che potrebbe spettare a Populous.
Del resto lo studio di architettura americano ha già realizzato l’impianto per il precedente progetto del 2021 ed è presente con un’organizzazione stabile in Italia: sta infatti lavorando ora al nuovo stadio del Como.
Tenendo conto di tutte le procedure amministrative e possibili ricorsi al Tar, i lavori per il nuovo stadio di Inter e Milan potrebbero partire a inizio 2027 per poi concludersi nel 2030.
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Solo a quel punto potrebbero partire i lavori di parziale demolizione del Meazza. Rimane in piedi l’idea di trasformare il “vecchio” San Siro in un museo-memoriale.
Il progetto prevede la conservazione di una parte della Curva Sud, quella del Milan, e della tribuna alla sua destra così da creare una sorta di anfiteatro dove potrebbero sorgere altre attività. Nei pressi della parte dello stadio superstite potrebbero sorgere anche le nuove sedi dei due club, anche se la collocazione di questi edifici non è ancora stata decisa.
Il Milan conserva ancora il piano di riserva di San Donato (investimento di 40 milioni tra acquisto dei terreni, studi, documentazione e altre spese).
Tuttavia la Regione Lombardia avrebbe suggerito al club rossonero di concentrare gli sforzi sull’impianto cittadino con ‘Inter, accantonando il progetto fuori dal capoluogo lombardo.
Oltre un 1 miliardo di euro per il nuovo San Siro
Per realizzarlo sarà messo sul tavolo più di 1 miliardo di euro e i lavori potrebbero partire all’inizio del 2027: il nuovo San Siro è già al centro delle discussioni degli appassionati e non solo. Il progetto che prevede un impianto sportivo di ultima generazione, in grado di competere con i più moderni stadi europei, è destinato a cambiare il volto di Milano, portando con sé una serie di ricadute economiche e trasformazioni urbane.
L’investimento totale, che stando alle indiscrezioni oscillerebbe in realtà tra 1 e 1,5 miliardi di euro, vedrà la partecipazione diretta delle società di calcio Inter e Milan, supportate dai loro rispettivi fondi di investimento, Oaktree e RedBird. Nonostante la cifra importante, i due club puntano su un ritorno economico che giustifichi il capitale impiegato.
Infatti, si stima che il nuovo stadio, grazie ad una gestione più moderna e a strutture di ospitalità di alto livello, possa generare un incremento significativo dei ricavi, portando ciascuna delle due squadre a guadagnare tra gli 80 e i 130 milioni di euro all’anno. L’impianto sarà realizzato in una zona centrale di Milano, al posto degli attuali parcheggi di San Siro, e avrà una capienza di circa 71.500 posti.
Di questi, 13 mila saranno riservati all’area di hospitality, con servizi esclusivi per aziende e sponsor, destinati ad attrarre investitori e partnership di alto profilo.
La scelta di orientare il nuovo stadio in modo perpendicolare rispetto all’attuale struttura di San Siro è frutto di un’attenta progettazione che tiene conto della fruibilità degli spazi e delle necessità logistiche per un flusso continuo di spettatori.
Al di là delle sole partite di calcio, il Nuovo San Siro sarà concepito come un centro di intrattenimento a 360 gradi: oltre allo stadio, infatti, il progetto include la costruzione di un hotel, spazi commerciali, 55.000 metri quadrati di aree verdi e 72 mila metri quadrati di parcheggi sotterranei.

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Si tratta di un ampio investimento in infrastrutture che contribuirà a ridurre l’impatto ambientale, a migliorare la vivibilità della zona e a creare nuovi posti di lavoro, generando valore per la città.
A livello finanziario, il progetto prevede un mix di fondi propri, prestiti bancari e investimenti di entità internazionale.
Già in contatto con banche come JP Morgan, Bank of America e Banco Bpm, i club stanno cercando di ottenere il sostegno necessario per completare l’opera. Una volta concluso il nuovo stadio, che dovrebbe essere pronto entro il 2030, il vecchio Meazza non sarà demolito completamente: una parte della struttura verrà preservata come museo-memoriale, offrendo una connessione tra passato e futuro del calcio milanese.
Quello che gira intorno all’affare San Siro
Lo stadio di San Siro è un posto ineguagliabile: nessuno può competere con il fascino di una localizzazione come il Meazza in San Siro. Il valore del quartiere San Siro non ha paragoni con San Donato o con Rozzano.
EXTM
Ma è certo che la presenza del Meazza disturba “il progetto di rigenerazione urbana, ribattezzato EXTM – Ex Trotto Milano– 130.000 metri quadrati, 600 residenze in vendita in regime di libero mercato.
Naturalmente alla presentazione del progetto Hines, era presente il responsabile unico del procedimento “progetto Stadio”, diventato poi assessore: ovvero, il progetto di demolizione del Meazza per mettere al posto suo un centro commerciale di 80.000 mq., uffici e servizi sportivi privati, parcheggi di superficie e sotterranei, e invece del verde calpestabile del Parco dei Capitani, il verde “babilonia” sospeso per aria, sul tetto del centro commerciale.
Davanti alle case di Hines è meglio un centro commerciale alto 18 metri che un bestione come il Meazza alto 60 metri.
E lo stadio invece di stare davanti al nuovo quartiere Trotto Milano, lo spostano davanti alle case di Via Tesio e di via Harar: tanto la gente ci abita già, e non sono acquirenti di nuovi appartamenti.
Cambi di proprietà e prestiti
La condivisone significa solo ripartire in due i costi di gestione dello stadio. I due fondi americani hanno i soldi e la voglia di imbastirsi in un investimento di due nuovi stadi.
In tutta questa storia le proprietà sono cambiate, ma da cinque anni a questa parte Scaroni e Sala continuano a far credere che il “progetto San Siro” sia una operazione calcistica.
San Siro senza Inter e Milan
nel corso degli anni il Comune ha aumentato le aree esterne a disposizione del concessionario. E se considerate che sono già in vendita i biglietti per i quindici concerti dell’estate 2025, tra affitto, uso dei parcheggi e dei servizi di beveraggio e ristorazione la società M-I Stadium incassa, a occhio, seicentomila euro a concerto, il che vuol dire nove milioni di euro.
San Siro è una macchina formidabile, anche senza calcio: affitto per eventi corporate, per concerti, per aree ristoro e bar, per affitto aree esterne, e per affitto spazi interni.
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San Siro con la copertura, riducendo anche l’impatto acustico esterno, potrebbe ospitare qualsiasi tipo di attività, calcio, rugby, tennis, basket, spettacoli e intrattenimento tutto l’anno, E d’inverno potrebbe anche trasformarsi in una arena del ghiaccio, visto che a Milano manca anche questa attività. Allo “Stade Pierre Mauroy” di Lille, con il suo tetto apribile in trenta minuti, per queste Olimpiadi 2024 c’erano le gare di basket e di pallamano: lì si realizzano concerti al chiuso per 60.000 spettatori.
Lilla ha duecento cinquantamila abitanti e fa parte della “Metropole européenne de Lille” (95 comuni, un milione e duecentomila abitanti).
I concerti ed Eventim
Oggi, la parte del leone a San Siro (con l’aggiunta della Maura e del Galoppo) per la organizzazione degli spettacoli la fanno alcune società multinazionali: Live Nation International (sette date di Vasco Rossi, Bruce Springsteen), D’Alessandro e Galli (Taylor Swift), “Vivo” (Elodie, Ultimo, Gazzelle, Pezzali, Sfera€bbasta).
Queste ultime società fanno parte della galassia Eventim, che ha comprato da “Risanamento spa” (Intesa Sanpaolo e Unicredit, dopo il fallimento di Luigi Zunino) il Pala Italia, da costruire con gli oneri di urbanizzazione della operazione immobiliare Santa Giulia.
Eventim è tra le quindici società per azioni più capitalizzate (8 miliardi e 800 milioni) della Borsa di Francoforte, con un patrimonio di oltre tre miliardi di euro, che nel 2023 ha avuto ricavi per 2 miliardi e 358 milioni, che ha distribuito agli azionisti un dividendo di 274 milioni e 640 mila euro.
Siccome Eventim ha dei costi extra, il sindaco chiede che il contribuente italiano dia dei soldi a questa “povera” società.
I biglietti dei concerti a San Siro delle tre società menzionate prima erano venduti da TicketOne, che è al 100% di Eventim.
L’11 luglio 2024 sul sito di “Milano Cortina 2026” è apparso il comunicato seguente: La Fondazione Milano Cortina 2026 e TicketOne hanno siglato un accordo di partnership: l’azienda italiana del gruppo CTS EVENTIM, che fa il suo ingresso come Official Supporter dei prossimi Giochi Invernali, metterà a disposizione la sua solida esperienza nella vendita di biglietti di grandi eventi e di tutte le prestazioni correlate.”
Non una gara quindi, ma “un accordo di partnership”, tanto la Fondazione Milano Cortina 2026 è diventata “di diritto privato”, grazie a un decreto del governo Meloni, anche se i soldi sono tutti pubblici, e le garanzie sul risultato economico finale sono a carico dello Stato, delle Regioni e dei Comuni interessati.