Non sembra esserci pace per il traforo del Monte Bianco che dopo l’estate, precisamente da settembre, potrebbe restare chiuso per 15 settimane a causa di alcuni lavori di risanamento della volta. Lavori che, fanno sapere, dovrebbero durare fino a metà dicembre.
La decisione nasce anche per ovvi motivi di manutenzione che, però, arriveranno durante quello che è considerato dal gestore come il periodo dell’anno in cui ci dovrebbe essere il minor impatto sul traffico locale.
Le posizioni di Italia e Francia
La conferma arriva anche dalle parole del presidente della Regione Valle d’Aosta, Renzo Testolin, secondo cui si dovrebbe contemplare anche “l’eventuale soluzione di perforazione di una seconda canna sotto il Monte Bianco, come già è avvenuto per il Fréjus”.
Il riferimento è alla possibile costruzione di una nuova galleria per migliorare sia i tempi di chiusura ma anche la sicurezza. Infatti questa soluzione eviterebbe anche di incrementare il traffico di mezzi pesanti.
Diametralmente opposta, invece, la posizione del governo francese. Infatti il ministro francese dei Trasporti Philippe Tabarot in una lettera di risposta al deputato dell’Alta Savoia Xavier Roseren si dichiara contrario al raddoppio della canna dal momento che è «in contrasto con le nuove politiche di produzione e circolazione delle merci che la crisi climatica di chiama ad immaginare e perché i francesi sono, giustamente, contrari. La Vallée de l’Arve, per la sua conformazione, non potrebbe tollerare un aumento del traffico pesante».
I precedenti
Quella annunciata per settembre non è la prima chiusura a cui il traforo del Monte Bianco è stato soggetto. Sia nel 2023 che nel 2024, infatti, la zona è stata interessata da diversi lavori che hanno potato alla chiusura e alla creazione di percorsi alternativi. In particolare a settembre del 2023 l’emergenza era scaturita dalla frana al Frejus con conseguenti strategie di ripristino della sicurezza che furono confermate anche dal ministro Matteo Salvini e dal suo omologo Clément Beaune.
Per quanto riguarda, invece, la chiusura prevista a settembre, sebbene si tratti di un intervento programmato in modo da evitare, per quanto possibile, un impatto ampio sui trasporti e sull’economia nazionale, è indubbio che sarà necessario prevedere alcune perdite. Nello specifico il complessivo per la chiusura stimato potrebbe arrivare a circa 12 milioni di euro come stimato dall’Università della Valle d’Aosta. A soffrire sarà soprattutto il ramo del traffico commerciale costretto a subire cambi sulla maggior parte delle traiettorie con inevitabile aggravio dei costi di trasporto.
La storia del Traforo
L’analisi profila le diverse voci ed evidenzia perdite per 2,65 milioni di euro sull’industria (rappresentati per lo più da maggiori costi di trasporto e logistica), 2,39 milioni di euro per il commercio al dettaglio, 6,80 milioni di euro per il settore turistico.
In quest’ultimo caso, in particolare lo studio dell’Università della Valle d’Aosta delinea l’impatto negativo registrato sulle presenze turistiche. Un calo al quale va sommato anche l’effetto dell’aumento dei costi di trasporto e della logistica. Non solo ma parallelamente la Regione ha chiesto all’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente anche uno studio di controllo e monitoraggio dei livelli inquinamento che si registreranno durante la fase di stop della circolazione.
La storia del traforo del Monte Bianco inizia immediatamente dopo la seconda guerra mondiale quando, nel 1946, l’ingegnere Dino Lora Totino inizia l’iter per il progetto dei lavori. Tre anni dopo, nel 1949 viene firmato un accordo tra le autorità italo-francesi ma è solo tra il 1954 (per la Francia) e il 1957 (per l’Italia) che si ha la ratifica definitiva degli accordi di gestione tra i due paesi. Il 1959 è l’anno ufficiale che vede l’avvio dei lavori, affidati alla Società italiana per Condotte d’Acqua di Roma. Contemporaneamente partono anche le trivellazioni sul versante francese.
L’inaugurazione avverrà nel 1965 ad opera del presidente della Repubblica Italiana Giuseppe Saragat e del presidente della Repubblica Francese Charles De Gaulle.