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Lavoro

Scuola: rinnovo contratto CCNL 2025, aumenti medi da 140 euro al personale

Maria Vincenza D'Egidio
25 Febbraio 2025
Scuola: rinnovo contratto CCNL 2025, aumenti medi da 140 euro al personale
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Esami ogni 3 anni per i docenti, premi aumentati e altre modifiche

È il turno del comparto dell’Istruzione e Ricerca per tentare di arrivare alla firma di un nuovo accordo. Ad attenderlo ci sono 1,2 milioni di dipendenti tra professori, ricercatori, personale Ata e amministrativo.

Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha firmato l’atto di indirizzo per avviare i tavoli della trattativa. E l’Aran, l’agenzia che negozia a nome del governo, ha subito convocato i sindacati per il 27 febbraio.

Per il comparto, secondo le tabelle certificate dal Tesoro e allegate all’atto di indirizzo, ci sono 3,2 miliardi di euro di fondi, a cui vanno aggiunti altri 43 milioni l’anno stanziati per la formazione.

Secondo i primi conteggi, l’aumento medio per i dipendenti dovrebbe essere attorno a 140 euro lordi mensili. Ecco quali sono le possibili novità sul tavolo e quali le tempistiche.

Rinnovo contratto CCNL scuola 2025

Il Ministero ha dato il via libera all’atto di indirizzo per l’avvio delle trattative sul contratto 2022-2024 del comparto Istruzione e ricerca che interessa 1,286 milioni di lavoratori.

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L’Aran ha convocato i sindacati per il prossimo 27 febbraio. Tra le novità più importanti c’è l’introduzione dei premi una tantum per i docenti meritevoli, che supereranno l’esame finale dei percorsi triennali previsti per la formazione incentivata. Vediamo nel dettaglio quali sono le modifiche previste dal rinnovo contrattuale.

  • Gli aumenti previsti e la nuova indennità di vacanza contrattuale
  • I premi
  • Esami ogni tre anni per i docenti
  • Le ulteriori modifiche

Gli aumenti previsti e la nuova indennità di vacanza contrattuale

Gli aumenti salariali medi previsti saranno di 140 euro lordi al mese, ma la cifra potrà variare in base alla categoria professionale fino ad arrivare a 160 euro. Aumenta anche l’indennità di vacanza contrattuale da calcolare come una percentuale degli stipendi tabellari pari allo 0,6% dal primo aprile 2025 al 30 giugno 2025 e all’1% a partire dal primo luglio 2025.

Foto: Imagoeconomica

Le somme stanziate per il periodo 2025-27

Per il triennio 2025-2027, le somme previste sono le seguenti:

  • 1.755 milioni di euro per l’anno 2025;
  • 3.550 milioni di euro per l’anno 2026;
  • 5.550 milioni di euro annui a partire dal 2027.

Indennità di vacanza contrattuale

L’indennità sarà calcolata come una percentuale degli stipendi tabellari:

  • 0,6% dal 1° aprile 2025 al 30 giugno 2025;
  • 1% a partire dal 1° luglio 2025.

Risorse per il triennio 2028-2030

Il comma 131 disciplina la copertura finanziaria per la contrattazione collettiva nazionale relativa al successivo triennio 2028-2030. Le somme stanziate sono:

  • 1.954 milioni di euro per il 2028;
  • 4.027 milioni di euro per il 2029;
  • 6.112 milioni di euro annui a partire dal 2030.

I premi 

Oltre agli aumenti, sono previste diverse novità, a partire dalla definizione dei nuovi premi economici aggiuntivi per i dipendenti che ottengono i voti migliori, limitando la quota dei beneficiari che, in termini percentuali, potrà ricevere la quota massima.

Esami ogni tre anni per i docenti 

L’atto di indirizzo stabilisce l’elemento retributivo una tantum di carattere accessorio in misura non inferiore al 10% e non superiore al 20 dello stipendio per gli insegnanti di ruolo per il superamento dei corsi di formazione triennali e in caso di valutazione positiva.

A essere premiati saranno gli insegnanti che svolgeranno funzioni aggiuntive ulteriori rispetto a quelle di insegnamento o funzionali all’insegnamento e a essere valorizzati saranno le figure professionali di supporto al piano dell’offerta formativa come i tutor, gli orientatori, i collaboratori del dirigente scolastico, i responsabili di progetto.

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Il contratto prevede che il docente interessato alle funzioni di supporto all’offerta formativa frequenti un percorso di formazione della durata di tre anni, al cui termine dovrà superare una valutazione finale e, in caso di esito positivo, potrà ricevere un incentivo economico una tantum.

Dopo questo passaggio, il docente potrà accedere ad altri due trienni di formazione e alla fine di questo ciclo, sempre previa valutazione positiva, acquisirà il diritto a ricevere un assegno annuale ad personam che sarà fisso e strutturale e si aggiungerà ad un’ulteriore parte variabile per l’effettivo impiego nelle attività di supporto della scuola.

Inoltre sono previste anche modifiche per i docenti che lavorano in scuole che si trovano in zone disagiate dal punto di vista educativo e sociale.

Incrementi di stipendio

Come detto, il 27 febbraio parte il tavolo per il rinnovo del contratto della scuola. Secondo le prime indiscrezioni, sono previsti aumenti medi per tutto il comparto intorno ai 140 euro lordi mensili (150 per i docenti).

Sarebbero previsti anche corsi di formazione triennali al termine dei quali, in caso di valutazione positiva e svolgendo funzioni aggiuntive (tutor, orientatori, collaboratori del dirigente, responsabili di progetto), ci saranno incrementi di stipendio.

Ci sarebbe una forte spinta al merito, con la conferma che i premi economici aggiuntivi dovranno andare ai dipendenti che hanno avuto i voti migliori, limitando la quota dei beneficiari che, in termini percentuali, potrà ricevere la quota massima.

 Sistema retributivo per i docenti

L’elemento retributivo è fissato una tantum in una misura non inferiore al 10% e non superiore al 20% dello stipendio, che sarà destinata agli insegnanti di ruolo per il superamento dei corsi di formazione triennali e in caso di valutazione positiva.

A essere premiati saranno dunque quegli insegnanti che svolgeranno “funzioni aggiuntive” rispetto a quelle di insegnamento o funzionali all’insegnamento.

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Il contratto, spiega l’atto di indirizzo, dovrà prevedere che il docente interessato alle funzioni di supporto all’offerta formativa, frequenti un percorso di formazione della durata di tre anni. Al termine di questo triennio, il docente dovrà superare una valutazione finale e, in caso di esito positivo, potrà ricevere un incentivo economico una tantum.

Dopo questo passaggio, avrà accesso ad altri due trienni di formazione. Alla fine di questo ciclo, e sempre dopo una valutazione positiva dei risultati raggiunti, il docente acquisirà il diritto a ricevere un “assegno annuale ad personam”, come scrive Il Messaggero, che sarà fisso e strutturale, e a cui sarà possibile aggiungere anche un’ulteriore parte variabile connessa all’effettivo impiego nelle attività di supporto della scuola.

Il parere dei sindacati

Diverse sigle sindacali, come Cgil e Uil, non hanno nascosto la loro delusione per il fatto che l’ammontare degli aumenti previsti sia inferiore alla perdita di potere d’acquisto dovuta all’inflazione degli ultimi anni. Tuttavia, decisivo sarà il ruolo delle sigle autonome.

Mentre in alcuni comparti Cgil e Uil riescono a raggiungere da sole la maggioranza in termini di rappresentatività, nel comparto Istruzione e Ricerca pesano anche altri sindacati come Confsal (12,1%) o Gilda (8,29%) o Anief (6%).

I sindacati sono divisi sulla questione che riguarda i presidi. Cgil e Uil bocciano senza mezzi termini il provvedimento.

«Esercita un controllo diretto sull’attività dei dirigenti scolastici», dice Gianna Fracassi, numero uno della Flc Cgil.

«È una procedura che non supporta il lavoro dei presidi, ma li mette in competizione tra loro, come se fossero top manager di un’azienda e non figure fondamentali per la crescita e l’organizzazione della scuola», aggiunge Giuseppe D’Aprile (Uil).

Entrambi chiedono il ritiro ma i sindacati dei presidi. Da Udir a DirigentiScuola, all’Anp, plaudono invece alle nuove norme.

Sistema di valutazione dei risultati dei dirigenti della scuola

Arriva il Sistema nazionale di valutazione dei risultati dei dirigenti della scuola. Il ministro Valditara ha emanato il decreto, in attuazione alle recenti disposizioni legislative promosse dallo stesso ministro.

Foto: Ansa

Il provvedimento che sarà in vigore già dall’attuale anno scolastico. La valutazione dei presidi avverrà tenendo conto della specificità delle funzioni e sulla base degli strumenti e dei dati a disposizione del sistema informativo del ministero e del Sistema nazionale di valutazione dei risultati dei dirigenti scolastici.

Il procedimento, spiega il ministero, sarà articolato in una fase di assegnazione degli obiettivi, anche di rilevanza regionale, e in una di valutazione, a cura dei direttori degli Uffici scolastici regionali, garantendo un eventuale momento di contraddittorio con gli interessati e il ruolo di un organismo di garanzia.

Crescita professionale dei dirigenti scolastici

Agli esiti della valutazione sarà collegata la retribuzione di risultato.

«Si tratta di un momento storico per il comparto della scuola – sottolinea il ministro Valditara – perché arriva dopo 25 anni di assenza normativa, segnalata più volte a livello istituzionale e dovuta anche ad una forte ostilità culturale. Il nuovo sistema di valutazione consentirà di verificare e accompagnare il raggiungimento dei risultati, al servizio degli studenti e delle famiglie, anche nella prospettiva di una crescita professionale dei dirigenti scolastici, che svolgono una funzione fondamentale per un sistema scolastico sempre più efficiente».

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Il sì definitivo da parte del Ministero all’atto di indirizzo per l’avvio delle trattative sul contratto 2022/24 del comparto Istruzione e ricerca.

Il negoziato, che riguarda 1,286 milioni di lavoratori, partirà ufficialmente il 27 febbraio presso l’Aran, con una dotazione complessiva di 3,2 miliardi di euro, come stabilito dal documento firmato dal ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo.

FOTO: Shutterstock
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