Secondo quanto dichiarato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sul riarmo europeo, durante un convegno economico della Lega, a Montecitorio, “in questo momento bisogna mantenere sangue freddo e ragionare, prendere i nostri impegni ma non entrare nella sindrome che in altri momenti ci hanno portato a comprare montagne di vaccini a prezzi incredibili, per poi buttarne una parte, o la stessa cosa con il gas. Questi errori clamorosi fatti da caos e confusione, dobbiamo evitarli”.
Servono, dunque, “investimenti seri, importanti e consapevoli”. Dal canto suo il ministro degli Esteri Antonio Tajani “Abbiamo visto con favore la decisione della presidente della commissione Ue verso la difesa europea, che non è una scelta alternativa alla Nato” favorevole a “rafforzare l’alleanza transatlantica, con un pilastro europeo e uno americano, garanzia di pace per tutti”.
Diametralmente opposto, invece, il parere del M5S che per voce del senatore Pietro Lorefice fa sapere “Concedere all’Italia di scorporare dal Patto di stabilità investimenti in difesa fino all’1,5% del Pil significa comunque fare debito sulle spalle dei cittadini per 33 miliardi. E concedere all’Italia di avere pro quota una fetta di circa 20 miliardi del ricavato dell’emissione di debito comune europeo, sempre per investire in armi, significa parimenti indebitare cittadini italiani ed europei. Fatta la somma, significa che la premier-underdog Meloni e il ministro-pescatore Giorgetti regaleranno all’Italia fino a 50 miliardi di maggior debito. E per fare cosa? Non per ricerca, innovazione, sviluppo industriale, sanità e istruzione, ma per missili e cannoni”.