Il presidente cinese Xi Jinping punta ad una nuova campagna di rassicurazione che garantisca a Pechino l’immagine di un luogo sicuro e stabile verso cui investire. Nell’ottica della guerra dei dazi i vertici politici cinesi hanno intrapreso una serie di incontri e comunicazioni tra i grandi nomi del partito e del governo e i rappresentanti delle aziende internazionali.
Tra i leader aziendali incontrati da Xi in una tavola rotonda tenutasi oggi, ci sono nomi come Ray Dalio di Bridgewater Associates, Bill Winters, CEO di Standard Chartered, e Steve Schwartzman, CEO di Blackstone Group. All’incontro hanno partecipato anche Cai Qi, membro del comitato permanente del Politburo, il massimo diplomatico cinese Wang Yi e il vice premier He Lifeng, insieme ai responsabili dell’agenzia di pianificazione economica, del ministero delle finanze e del ministero del commercio cinesi.
Il presidente cinese ha inoltre sottolineato anche l’importanza delle catene di fornitura globali, un punto nevralgico del settore produttivo che, secondo le sue intenzioni, dovrebbe essere ampiamente tutelato e protetto.
“Investire in Cina significa investire nel domani” ha dichiarato Xi, sottolineando che le multinazionali hanno una grande responsabilità nel “mantenere l’ordine globale”. Per facilitare una più ampia collaborazione, inoltre, Pechino garantirà eque opportunità alle aziende straniere per partecipare alle gare d’appalto governative.
Parallelamente la Cina ha incrementato i suoi scambi commerciali con i paesi del Sud-Est asiatico e con l’Unione Europea anche per ampliare il ventaglio dei propri partner commerciali. La strategia adottata, inoltre, si concentra non tanto sulle risposte ai dazi statunitensi, quanto al rafforzamento dei legami esistenti, anche con le aziende a stelle e strisce già presenti su territorio cinese. Allo stesso tempo le aziende sostenute dallo Stato lavorano per compensare le importazioni statunitensi e reindirizzare le esportazioni. Inoltre Pechino sta lavorando ad un rafforzamento dei legami con le nazioni dell’Asia centrale che solitamente rappresentano zone in cui l’influenza di Washington è minore.
La Cina si è affermata come uno dei principali partner commerciali e uno dei principali investitori stranieri in Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan ovvero quello che è visto unanimemente come la porta d’accesso del Belt and Road, la famosa via della Seta, importante programma infrastrutturale annunciato dal presidente Xi Jinping nel 2013 .
Anche i numeri confermano la collaborazione tra la Cina e le nazioni del blocco dell’Asia centrale una regione che, tra l’altro, non presenta sbocco sul mare e che, perciò, vede in Pechino un’ottima occasione per scambi vantaggiosi.