Nel cuore del Vaticano, chiusi nella Cappella Sistina i 133 cardinali elettori hanno dato il via al conclave che porterà all’elezione del 267esimo Papa della storia. La prima fumata è prevista alle 19,30
Ma mentre l’attenzione pubblica è rivolta alla fumata bianca, nelle stanze dell’economia globale c’è già fermento. Perché il Papa è anche un fattore di potere “soft”, capace di influenzare PIL, turismo, investimenti e perfino le politiche ambientali e industriali.
Un impatto da miliardi di euro
Il Vaticano, pur essendo lo Stato più piccolo del mondo, ha una portata economica fuori scala. Solo il turismo religioso genera per l’Italia oltre 5 miliardi di euro all’anno, di cui circa il 70% è legato direttamente o indirettamente a Roma e alle attività collegate al papato. L’elezione di un nuovo Papa spesso produce un “effetto tsunami”: nel 2013, l’arrivo di Francesco ha portato a un aumento del 30% delle visite in Vaticano nei sei mesi successivi, con un indotto da oltre 300 milioni di euro.
Ma l’impatto non è solo locale. La Santa Sede è uno snodo di diplomazia globale e influenza realtà economiche nei cinque continenti: scuole, ospedali, fondazioni, ONG, ordini religiosi e associazioni connessi alla Chiesa cattolica generano un’attività economica stimata in oltre 170 miliardi di dollari annui nel mondo.
Investimenti e mercati: quando il Papa parla, il mondo ascolta
Il nuovo Pontefice avrà una voce rilevante anche in tema di sostenibilità. L’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco ha segnato un punto di svolta nella finanza etica: secondo uno studio del Forum per la Finanza Sostenibile, dopo il 2015, anno dell’enciclica, in Europa si è registrato un aumento del 38% degli investimenti ESG (Environmental, Social and Governance) da parte di fondi legati a istituzioni religiose.
Ora, la scelta del nuovo Papa potrebbe orientare in modo ancora più deciso questi flussi. Se dovesse emergere una figura fortemente ambientalista o attenta al sociale, ci si aspetta una nuova spinta agli investimenti sostenibili, alle iniziative di microcredito, e all’economia sociale di mercato.
Turismo religioso, effetto conclave: boom atteso del +25% a Roma
Secondo i dati dell’ENIT, ogni evento straordinario legato al papato genera un picco nei flussi turistici. L’ultima elezione papale ha portato oltre 7 milioni di pellegrini a Roma in un solo anno, con un indotto su hotel, ristorazione e trasporti stimato in oltre 800 milioni di euro.
Quest’anno, già nelle settimane precedenti al conclave, si è registrato un aumento del 18% nelle prenotazioni alberghiere a Roma. Gli analisti del settore prevedono che, a seconda del carisma e dell’origine del nuovo Papa, si possa assistere a un ulteriore aumento fino al 25% nel 2025, soprattutto se il nuovo pontefice proviene da una regione “emergente” come l’Africa o l’Asia.
Geopolitica e fondi: la Chiesa come mediatore globale
Il nuovo Papa erediterà il ruolo di mediatore nei conflitti mondiali. Le parole pronunciate dai cardinali alla vigilia del conclave — un appello a una “pace giusta e duratura” in Ucraina e Medio Oriente — non sono solo dichiarazioni morali: possono avere riflessi su aiuti internazionali, cooperazione e rapporti diplomatici. In alcuni casi, dichiarazioni pontificie hanno influenzato l’allocazione di fondi umanitari e la posizione di alcuni Stati membri dell’ONU su temi sensibili.
“Nel mondo diviso, serve un Papa che unisca, presente e vicino”, hanno detto i cardinali in congregazione.
La scelta del nuovo Papa è una svolta anche economica. Da Roma a Wall Street, dal turismo alle fondazioni religiose, ogni parola e gesto del futuro pontefice avrà risonanze reali. Il conclave non elegge solo un capo spirituale, ma una delle figure più influenti al mondo. E il mondo — religioso o no — sa di dover ascoltare.