Essere viaggiatori è diverso dall’essere semplicemente “turisti”. Lo sa bene Sentieri di nuove esperienze, il tour operator nato a Roma negli anni ‘70 e da allora garanzia di qualità. Ma cosa vuol dire “qualità” nel mondo del turismo? Ne abbiamo parlato con l’amministratrice Flavia Manetti.
Qual è la storia di Sentieri di nuove esperienze?
«Il tour operator nasce come associazione culturale da due giornalisti – Giovanni Costa e Violetta Rinaldini – che avevano viaggiato molto all’estero come corrispondenti. Fu tra le prime a essere autorizzata dalla Repubblica Popolare Cinese a organizzare viaggi entro i propri confini e per questo inizialmente la Sentieri offriva un monoprodotto, il viaggio in Asia, appunto. Si è poi evoluta nel corso del tempo e ha allargato il proprio raggio di azione all’America Latina, all’Africa, ad altri Paesi oltre la Cina. Ancora oggi riteniamo di essere tra i pochi in Italia a proporre itinerari come la Transiberiana, la crociera nelle Sunderbans del Bangladesh o il Gran Tour siberiano attraverso il circolo polare artico».
I vostri sono itinerari particolari. Qual è la vostra clientela di riferimento?
«Per la tipologia di viaggi che proponiamo ci rivolgiamo tendenzialmente a una fascia medio alta: professionisti, docenti universitari, magistrati; una scelta che è legata proprio alla tipologia di viaggio, con un budget abbastanza importante dovuto sia alla distanza sia alla necessità di esplorare bene luoghi che sono fisicamente molto distanti dal punto di partenza».
Quali sono i vostri punti di forza?
«Benché ormai siamo sul mercato turistico da oltre cinquant’anni, e quindi abbiamo avuto modo di specializzarci anche in altre destinazioni, il nostro fiore all’occhiello rimane sicuramente l’Asia. È il Continente che conosciamo meglio, quello dove la Sentieri di nuove esperienze ha il proprio cuore: Cina, Vietnam, Cambogia, India; l’Oriente è il nostro primo amore».
La Sentieri di nuove esperienze mette in programma ogni anno tour di gruppo, itinerari ad hoc per individuali o piccoli gruppi, viaggi d’affari o di studio, incentives, congressi, viaggi di nozze. Sono programmazioni collaudate negli anni e affidate a corrispondenti esteri di fiducia.
Come descriverebbe la vostra filosofia aziendale?
«Come i nostri fondatori, cerchiamo di approfondire la nostra conoscenza dei luoghi non solo in quanto spazi fisici, turistici; ne indaghiamo la cultura, la storia, le tradizioni, quindi spesso noi proponiamo viaggi che permettano alle persone di entrare in contatto con la parte più vera di un Paese. Le faccio un esempio: la Cina classica ormai viene proposta da molti tour operator in Italia; ecco, noi cerchiamo di superare quella visione omologata per cui si visita Shanghai, Pechino, la Grande Muraglia; a quei luoghi cerchiamo di sommare esperienze più immersive, veraci, oppure legate a eventi particolarmente sentiti dalla popolazione di quel Paese. Festival, eventi di minoranze etniche, soprattutto nella Cina del Sud; insomma, diamo un valore aggiunto alla destinazione che proponiamo, proprio perché il viaggiatore porti con sé a casa qualcosa di più, qualcosa di importante».
Quali sono i vostri progetti per il futuro?
«Ovviamente seguiamo da sempre l’evolversi del turismo. Negli ultimi anni è cambiato l’approccio, viaggiare è diventato un bisogno riconosciuto, si è trasformato in un fenomeno di massa e questo ha, certo, degli svantaggi, ma anche dei notevoli vantaggi. Viaggiare non è più un bene esclusivo, le persone sono più curiose, più disposte a uscire dai confini di ciò che conoscono bene. Quello che faremo quindi è continuare a proporre itinerari alternativi a quelli “standard” per dare la miglior esperienza possibile a chi sceglie di viaggiare con noi».
In un mondo sempre più standardizzato, Sentieri di nuove esperienze offre proposte particolari, cucite sull’esperienza dei suoi fondatori e sui reali desideri del viaggiatore, basate sul desiderio di riscoprire luoghi e culture diverse dalle nostre e imparare ad apprezzarli immergendosene a piene mani, coniugando elasticità e flessibilità con il doveroso impegno di essere in primo luogo un consulente, mai un asettico “fornitore” di servizi turistici.