Mercato delle auto sotto i riflettori. L’Unione Europea deve scontare uno stallo (-0,3% ad aprile e +0,4% sul precedente anno) per le immatricolazioni in un panorama a sua volta contrassegnato da una serie di bruschi cali e rallentamenti.
Nubi fosche anche per le vendite. I numeri vedono la stasi sul trend del 2024 sia per Volkswagen che per Stellantis (-0,5%) con quest’ultima che deve combattere anche contro il calo delle immatricolazioni. I numeri di ACEA, infatti, avvisano di un calo dello 0,5% su anno, con quota di mercato stabile al 15,4% e, nel primo quadrimestre, un calo del 9,6% su anno e quota di mercato scesa al 15,5% dal 17,1%.
Caso a parte invece per Tesla che ad aprile ha venduto 7.261 auto in Europa con un calo del 49% su base annua. Un dato che va contro corrente rispetto al settore elettrico a batteria (+ 34,1% annuo ad aprile). Oltre alla concorrenza e alla questione dazi, un’altra zavorra è rappresentata dall’obsolescenza dei suoi modelli e dal fatto che, anche a causa degli impegni di Elon Musk nell’amministrazione Trump, l’azienda non ha presentato alcuna nuova offerta per il mercato di massa. Inoltre l’offerta di Tesla si basa su auto elettriche mentre la voce preferita dei consumatori vota per l’ibrido.
Per quanto riguarda la crescente concorrenza dei competitor cinesi, da segnalare che la scorsa settimana, altri dati hanno confermato che il colosso automobilistico BYD ha venduto per la prima volta più auto elettriche in Europa di Tesla. Analizzando le macro aree, i dati ACEA disegnano un’Europa Occidentale (Ue+Efta+Uk) che vede un quadrimestre con un calo di quasi il 20% sui volumi rispetto alla fase pre-Covid. Nelle singole nazioni la nota è ancora più dolente con punte del -26% in Francia sul 2019 e -23,8% in Germania. Non vanno meglio le cose nel Regno Unito crollata a-18,7% mentre dall’Italia arriva un -18,2%. Non solo. L’Italia non va oltre il 5,1% per l’elettrico occupando, quindi l’ultimo posto tra le nazioni dell’Unione.
Ed è proprio l’elettrico su cui si notano ampie differenze tra i vari paesi dell’Unione. Tra gennaio e aprile di quest’anno le immatricolazioni in Europa Occidentale hanno visto una media del 17% (con veicoli ibridi che rappresentano poco più del 35% del mercato) ma guardando i paesi europei si nota il +20,7% della quota di mercato occupata dal Regno Unito seguito dal 18,2% della Francia e dal 17,5% dalla Germania fino, come detto, al 5,1% dell’Italia.
Ma i timori per il settore si estendono anche oltre l’Europa. Il timore di una guerra dei prezzi e di un controllo più rigoroso da parte degli enti regolatori hanno portato ad un calo delle azioni delle aziende automobilistiche cinesi. La concorrenza più agguerrita e a una possibile guerra dei prezzi nel settore ha creato un’atmosfera di tensione e circospezione fra chi vuole investire, sentiment negativo che ha visto un aumento soprattutto dopo l’annuncio del 23 maggio sui tagli di prezzo dei veicoli elettrici annunciati da BYD.
Nello specifico BYD ha confermato il taglio del prezzo della sua berlina a due volumi Seagull del 20%, portandola a 55.800 yuan cinesi (7.780 dollari), mentre quello della berlina ibrida a doppio motore Seal è stato ridotto del 34%, arrivando a 102.800 yuan. Gli analisti di Citi non temono che i tagli di prezzo di BYD possano erodere la quota di mercato dei suoi concorrenti. Al contrario, in una nota pubblicata lunedì 26 maggio si aspettano una “robusta crescita delle vendite” per le aziende di veicoli a nuova energia con prezzi inferiori a 200.000 yuan cinesi, poiché “la concorrenza rimane relativamente debole”.