La proteste contro le politiche migratorie del presidente USA Donald Trump adottate dall’ICE (agenzia federale americana che si occupa di immigrazione) si stanno allargando anche ad altre città, tanto da spingere il presidente ad ordinare l’invio della Guardia nazionale e dei Marines per reprimere le manifestazioni. Ma molti vedono in questo gesto una strategia studiata per deviare l’attenzione dell’opinione pubblica dai tagli presenti nella legge fiscale di Trump che sta suscitando non poche perplessità anche tra i repubblicani stessi.
Al centro della polemica sulla riforma, in particolare, i tagli ai programmi sanitari Medicare e Medicaid, ma anche agevolazioni e sgravi che porterebbero ad aumentare il già ampio deficit statale. Una proposta di legge che lo stesso Elon Musk, ormai ex sostenitore del tycoon, ha criticato aspramente e a causa della quale ha deciso di abbandonare il suo ruolo all’interno dell’amministrazione Trump.
Ma le manifestazioni, gli arresti e le proteste hanno, invece, una motivazione diversa. Cosa sta succedendo negli Stati Uniti? Los Angeles, San Francisco, Atlanta, Seattle, Dallas, Louisville e New York sono insorte contro le restrizioni riguardanti la presenza di stranieri su territorio nazionale, restrizioni che hanno compreso anche molti studenti universitari. Ma le proteste nascono anche dai tagli ai programmi di ricerca e studio e dalle migliaia di licenziamenti motivati con le politiche di razionalizzazione della spesa pubblica. Da parte sua il segretario alla Difesa Hegseth difende l’operazione ma la sindaca di Los Angeles Karen Bass, ha annunciato una misura estrema come il coprifuoco dalle 20 alle 6 ora locale (dalle 5 alle 15 in Italia) per questioni di sicurezza e per limitare gli arresti.
Le manifestazioni e i conseguenti arresti stanno però segnando una frattura molto ampia nel tessuto politico della nazione. Infatti il governatore democratico della California, Gavin Newsom e potenziale candidato democratico alla presidenza del 2028 ha dichiarato che l’invio della Guardia Nazionale e dei Marines non è finalizzato soltanto a sedare i disordini ma, soprattutto, mette a rischio la democrazia nazionale evidenziando la volontà dell’amministrazione Trump di voler concentrare il potere in mano alla Casa Bianca. «Dopo la California toccherà ad altri stati». Diverso invece l’atteggiamento delle autorità in Texas dove il governatore repubblicano Greg Abbott ha preventivamente autorizzato il dispiegamento delle forze della Guardia Nazionale in vista delle proteste programmate questa settimana.
Ma che cos’è l’Ice? Come detto si tratta dell’agenzia che si occupa di immigrazione (Immigration and customs enforcement) ed è la seconda agenzia investigativa federale dopo l’Fbi. L’ICE rientra all’interno del Department of homeland security e impiega circa 20mila dipendenti. Le nuove leggi contro l’immigrazione, oltre a forti restrizioni sui visti e sulla presenza di stranieri su territorio USA, prevedono anche un colpo di spugna su alcune limitazioni agli arresti imposte precedentemente all’agenzia e che impedivano arresti in aree considerate sensibile (scuole, ospedali e luoghi di culto). Nelle scorse settimane l’ICE ha dato vita all’operazione “Operation at large” che ha coinvolto 5mila agenti federali in varie città statunitensi. Attraverso azioni coordinate le squadre hanno portato a termine vere e proprie retate arrestando decine di persone prive di documenti o con permessi scaduti. In particolare il 4 giugno si sono registrati ben 2.200 arresti in una sola giornata ma più in generale, nei primi 50 giorni dopo l’approvazione delle politiche repressive, gli arresti sono arrivati a superare il numero di 32.800 contro i 33.242 registrati nell’anno fiscale 2024 sotto l’amministrazione Biden.
Le proteste in corso negli Stati Uniti hanno attirato l’attenzione anche degli amministratori russi secondo cui i disordini sarebbero il segno tangibile della “profonda” crisi in cui si trova il Paese come dichiarato dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova in un’intervista a radio Sputnik.
(foto ANSA)