Come ogni anno, si appresta ad andare in scena uno dei rituali che scandiscono la vita della maggior parte delle persone: la Maturità. Quest’anno, saranno oltre 520mila gli studenti italiani attesi all’appuntamento con l’Esame di Stato, che prenderà il via il prossimo 18 giugno con la prima prova scritta. Il Ministero dell’Istruzione ha diffuso i dati ufficiali relativi all’ultima coorte di maturandi: si tratta di una popolazione scolastica ampia e variegata, suddivisa tra licei, istituti tecnici e professionali, con una netta prevalenza degli indirizzi liceali, che rappresentano circa il 50% del totale.
Secondo i dati del 2024, che saranno verosimilmente confermati anche nel 2025, i liceali ammessi all’esame sono stati oltre 266mila, seguiti da circa 172mila studenti degli istituti tecnici e quasi 88mila nei professionali. La distribuzione geografica mostra una maggiore concentrazione nelle regioni del Sud, in particolare Campania, Lombardia e Lazio, che da sole hanno raccolto oltre 200mila candidati. La provincia con più maturandi resta Napoli, seguita da Roma e Milano.
Un esame, tre Italie
I numeri fotografano anche una certa frattura territoriale: mentre al Nord la maggior parte degli studenti frequenta licei o tecnici con una forte componente tecnologica, nel Sud crescono i numeri degli iscritti ai professionali. Le differenze si notano anche nella preparazione e nei risultati: se il tasso di ammissione all’esame resta stabile intorno al 96%, è nel rendimento finale che emergono i divari. Tuttavia, il dato complessivo resta altissimo: oltre il 99,8% supera l’esame.
A fare la differenza, spesso, è il contesto familiare. Perché se la scuola superiore italiana è gratuita solo sulla carta, il costo reale del percorso quinquennale è tutt’altro che irrilevante.
Quanto costa diplomarsi?
Libri, trasporti, ripetizioni, materiali scolastici, viaggi d’istruzione: diplomarsi può costare fino a 10mila euro in cinque anni. Lo rivela un’analisi elaborata incrociando i dati di MIUR, Federconsumatori e portali specializzati.
Partiamo dai libri di testo: ogni anno, una famiglia spende mediamente tra 500 e 550 euro, a seconda dell’indirizzo scolastico. Lo scientifico è il più oneroso, con punte che superano anche i 600 euro nel biennio iniziale. A questi vanno aggiunti i costi per zaini, quaderni, dizionari, cancelleria, che incidono per circa 150–200 euro l’anno.
Il capitolo trasporti pesa anch’esso: nonostante gli abbonamenti scontati per studenti, una famiglia spende mediamente 150 euro annui per far arrivare i figli a scuola, spesso molto distanti da casa, specie nei centri minori. In cinque anni, si arriva facilmente a 750 euro, salvo aumenti dei biglietti o disservizi che obblighino a soluzioni alternative, come i trasporti privati.
Ripetizioni, la vera tassa occulta
Ma è la voce “ripetizioni private” quella che fa lievitare maggiormente il conto. Secondo recenti indagini, circa uno studente su tre ricorre ad aiuti esterni, con una spesa media tra 600 e 800 euro l’anno per ciascuna materia. Matematica, fisica, inglese sono le più gettonate, soprattutto nei licei scientifici e linguistici. In totale, una famiglia può arrivare a spendere oltre 3.000 euro solo per questo tipo di supporto.
Anche le gite scolastiche, pur opzionali, rappresentano un onere che le famiglie difficilmente ignorano. Si stima una spesa media di 75 euro l’anno, tra uscite giornaliere e viaggi di istruzione veri e propri, con alcune mete – come le capitali europee – che superano anche i 300 euro.
Il conto finale
Sommando tutto, il conto è presto fatto: in cinque anni, una famiglia può arrivare a spendere tra 8.500 e 10.500 euro per far diplomare un figlio. Un impegno economico notevole, che si somma alle difficoltà di un contesto economico instabile e alla crescente pressione sociale legata al rendimento scolastico.
Il paradosso è che, nonostante l’investimento, spesso il diploma non basta più: il vero scoglio è l’università o, per chi sceglie di entrare subito nel mondo del lavoro, un mercato che richiede competenze tecniche e digitali che la scuola, ancora oggi, fatica a garantire in modo uniforme.
In attesa che su questi fronti si apra una riflessione politica e pedagogica più ampia, gli studenti si preparano all’ultimo miglio del loro percorso. Lo faranno, come sempre, tra ansia e speranza, e con la consapevolezza – più dei loro predecessori – che il vero esame sarà quello del futuro.
(foto ANSA)