di Corrado Franco
Quando pensiamo alla Sampdoria, la prima cosa che ci viene in mente è la sua maglia unica, nominata da ESPN e Four-four-two, come la più bella e iconica del mondo, una maglia, un brand inconfondibili.
Ricordi indelebili: Vialli, Mancini e Wembley
Se parli di Sampdoria agli sportivi, italiani e stranieri, a tutti i veri appassionati e non solo, tutti ricordano della leggenda di Vialli e Mancini, della cavalcata in Coppa dei Campioni del 1992, della finale amara di Wembley, ancora prima di uno storico scudetto, indimenticabile, con la data del 19 maggio 1991 scolpita nella storia. Un unione nel nome dell’amicizia che dalla Samp si è spostata poi ad Euro 2020 con i “gemelli del gol” a sollevare la coppa con l’Italia.
Dalla gloria alla caduta
Tutto questo, se se pensiamo all’attualità, al Doria invischiato nei bassifondi della Serie B, stona incredibilmente e allora sarebbe tanto da interrogarsi e chiedersi per capire come la Sampdoria sia arrivata a questo punto.
L’era Garrone e l’arrivo di Ferrero
Dopo aver superato la crisi di inizio anni 2000 dopo la fine dell’era Mantovani e il salvataggio di Riccardo Garrone, dal rischio fallimento del 2002, la morte di quest’ultimo nel 2013 (dopo una clamorosa qualificazione in Champions League del 2010), fa passare la società in mano al figlio Edoardo, ma solo fino al 12 giugno 2014, quando, dopo “aver superato tutti i filtri e aver dimostrato la discrezione che la sua famiglia cercava“, cede la società a Massimo Ferrero, che lo stesso giorno patteggiava per il crac della Livingston Energy Flight, compagnia aerea.
Anni discreti in campo, ombre fuori
L’era Ferrero dal punto di vista dei risultati va avanti fino al 2019, anche discretamente bene, la Samp: prima con Mihajlovic e poi con Giampaolo sciorina un bel calcio e in 4 annate su 5 finisce nella parte sinistra della classifica, nel 2015 raggiunge anche i preliminari di Europa League, ma viene subito eliminata con Zenga in panchina. A Genova arrivano pure giocatori importanti che portano plusvalenze cospicue a Ferrero: Skriniar, Schick, Muriel, Zapata, Fernandes, Praet, ma soprattutto Obiang, cessione molto discussa specie su come furono impiegati i proventi di questa nel 2015.
Nel 2017, per le conseguenza del crack Livingstone, Ferrero decade dal suo ruolo di presidente, per poi risalire subito in sella, ma è nel 2018/19 che il rapporto con la piazza (mai realmente nato) si incrina definitivamente: entra in gioco Gianluca Vialli che, con il supporto degli americani Dinan e Knaster, cerca da fine 2018 a settembre 2019 di acquistare il club. L’operazione non va in porto a causa delle richieste elevate dell’imprenditore romano, che aveva ricevuto la Samp nel 2014 a zero euro.
Crisi, trust e arresto
Da quel momento in poi, inizia la discesa della gestione Ferrero, acuita anche dalle problematiche del periodo covid, con l’imprenditore romano che decide di inserire la Sampdoria in un trust per poi valutarne la cessione.
Il tutto culmina il 6 dicembre del 2021 con l’arresto di Ferrero, che viene trasferito a San Vittore, con l’accusa di reati societari e bancarotta fraudolenta. Da quel momento in poi la situazione precipita, tra arresto e successivi domiciliari. I tifosi della Samp passano un anno e mezzo tormentato, prima con la salvezza in extremis del 2022, ma poi con l’ultimo posto della stagione 2022/23.
Il salvataggio sfiorato, poi Radrizzani e Manfredi
Da quel momento, la Samp è in crisi irreversibile. Nell’ultimo anno, tra il 2022 e il 2023, più volte Alessandro Barnaba, a capo del fondo Merlyn Partners, prova ad acquistarla, con il supporto dell’ex presidente Edoardo Garrone, ma non riesce mai a trovare la quadra per chiudere la partita con il trust e con il commercialista Vidal, fiduciario per conto di Ferrero.
Nel maggio 2023, con la Samp che si avviava verso la composizione negoziata della crisi e la ristrutturazione del debito, arrivano Andrea Radrizzani e Matteo Manfredi (tramite Gestio Capital) che, dopo aver lavorato sottotraccia, riescono a trovare un accordo con chi presiedeva la Sampdoria nella fase di transizione, ovvero Marco Lanna, ex della Sampdoria, l’avvocato Romei, Bosco e Panconi. Nei mesi successivi vengono trovati gli accordi con i creditori, sia sportivi che erariali, sia con i fornitori, sigillati dal Tribunale di Genova in autunno, nonostante le resistenze di Ferrero.
Penalità e limiti di mercato
Dal punto di vista sportivo, la Samp nella stagione 23/24 paga due punti di penalità in campionato per i mancati adempimenti: saranno fatali nel preliminare play off (che verrà disputato lontano dal pubblico amico, a Palermo). Seguono due sessioni di mercato con grosse limitazioni in entrata.
Una stagione caotica
Nonostante le difficoltà, a luglio 2024 Manfredi – dopo il defilarsi di Radrizzani e con il supporto finanziario di Mr Tey, investitore dell’Est asiatico entrato con un apporto di 105 milioni – affida la direzione sportiva ad Accardi, con l’obiettivo di costruire una rosa competitiva per puntare alla promozione in Serie A. Tuttavia, i problemi in campo emergono presto: né Pirlo, né Sottil, né Semplici riescono a invertire la rotta, e la squadra, partita in zona play-off a fine ottobre, precipita nei bassifondi della classifica. Nemmeno l’arrivo di Evani e Lombardo nelle ultime sei giornate riesce a risollevare la situazione, e in una stagione segnata da oltre 20 acquisti, 4 allenatori, 2 direttori sportivi e numerosi giocatori messi fuori rosa, la retrocessione sul campo si concretizza il 13 maggio con un pareggio inutile sul campo della Juve Stabia.
Il caso Brescia e la chance dei play-out
Una retrocessione che, tuttavia, viene messa in dubbio pochi giorni dopo e infine annullata a causa del caos erariale del Brescia, che – a seguito di una penalizzazione – scivola in classifica sotto la Sampdoria, a inizio giugno. Questo scenario consente ai blucerchiati di ottenere la possibilità di giocarsi la salvezza ai play-out contro la Salernitana, fissati per il 15 e 20 giugno, con un mese di ritardo rispetto alla data originaria, dopo una lunga serie di ricorsi presentati dal club granata.
Tutto in 180 minuti
Senza escludere ulteriori ribaltoni giudiziari, sarà il campo a decidere se la Samp scenderà in C per la prima volta nella sua storia. L’ostacolo è la Salernitana di Pasquale Marino, da affrontare domenica 15, ore 20.30 allo stadio “Ferraris” di Genova e venerdì 20, stessa ora, all’“Arechi” di Salerno.
In palio c’è l’onore della “maglia più bella del mondo”.
di Corrado Franco